I membri del Senato degli Stati Uniti hanno deciso di attuare un ultimo tentativo per tentare di contrastare la Cina attraverso un disegno di legge che, secondo i massimi esponenti del Partito Democratico, punta a limitare il flusso di tecnologia verso Pechino ma ovviamente anche a scoraggiare Pechino dal dare inizio a un conflitto con Taiwan oltre che mettere in atto regole per impedire al capitale statunitense di andare alle imprese cinesi.
Il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer ha annunciato mercoledì 3 maggio che inizierà a elaborare una grande spinta legislativa, che arriva dopo l’approvazione di un disegno di legge lo scorso anno, che aveva cercato di mettere in moto un piano finalizzato ad aumentare la concorrenza tra Washington e Pechino nel settore dei semiconduttori e in quello tecnologico.
Durante un discorso al Senato Usa Schumer ha dichiarato che il governo cinese sta facendo di tutto per dominare il XXI secolo e ha sottolineato che se le autorità statunitensi si riposassero sugli allori e permettessero, così, al Partito Comunista Cinese di prevalere, emergerebbero gravi conseguenze per la comunità internazionale.
Le parole di Schumer sono arrivate poco dopo l’annuncio del Segretario di Stato americano Blinken riguardo l’intenzione di riorganizzare la sua prima visita ufficiale in Cina, che in origine era prevista per febbraio.
Durante un’intervista al Washington Post Blinken ha sostenuto che è importante ripristinare le linee di comunicazione regolari a tutti i livelli attraverso il governo degli Stati Uniti. Precisando che si augura che il viaggio in Cina, il quale era stato precedentemente posticipato, possa essere riprogrammato entro quest’anno.
Ha aggiunto che: “Siamo in competizione con la Cina; non c’è nessun segreto su questo. Ma abbiamo un forte interesse nel cercare di assicurarci che quella concorrenza non si trasformi in conflitto”.
L’ inviato statunitense per il clima John Kerry ha dichiarato all’agenzia di stampa Reuters che Pechino lo ha invitato a visitare il paese per incontrare il leader cinese Xi Jinping “a breve termine” per confrontarsi in merito alla crisi climatica globale.
Kerry ha sottolineato l’importanza di affrontare la questione in maniera congiunta, nonostante le differenze esistenti tra le Nazioni e ha evidenziato come la crisi climatica sia una minaccia universale per tutti, indipendentemente dal Paese di appartenenza.
L’amministrazione di Biden ha reso sempre più importante l’obbiettivo di contrastare l’influenza economica e militare crescente della Cina. Washington ha negato di voler andare in contro a una “nuova guerra fredda” e ha respinto le critiche di Pechino sul suo approccio.
Il presidente Usa ha inoltre cercato di rendere ancora più profondo il sostegno degli alleati nella regione dell’Asia-Pacifico, incontrando di recente i leader di Giappone, Corea del Sud e Filippine alla Casa Bianca.
Biden ha anche ospitato, a marzo, i leader di Australia e Regno Unito, con i quali gli Stati Uniti hanno stretto la cosiddetta partnership AUKUS. Le tre nazioni stanno lavorando per dotare l’Australia di sottomarini con armi nucleari.
La risposta alla crescente potenza dei Pechino ha trovato un sostanzioso sostegno bipartisan in entrambe le camere del Congresso statunitense, una vera rarità se si ragiona sulle profonde divisioni politiche presenti negli Stati Uniti.
Per esempio l’ex leader della Camera dei rappresentanti democratica Nancy Pelosi e l’attuale presidente McCarthy hanno di recente avuto modo di incontrare la presidente taiwanese Tsai Ing-Wen.
Pelosi si è recata a Taipei nel 2022, mentre McCarthy ha incontrato la leader di Taiwan in California qualche settimana fa.
Questi incontri hanno suscitato dure critiche della Cina, la quale rivendica la propria identità e la democrazia dell’isola. L’aumento delle esercitazioni militari e la retorica aggressiva di Pechino hanno sollevato, la già presente paura, di una possibile invasione cinese focalizzata alla riunificazione di Taiwan.
Il leader democratico Biden sembrava voler interrompere una politica di lunga data composta da ambiguità strategica quando ha affermato che gli Stati Uniti sarebbero intervenuti in difesa di Taipei in caso di invasione. Successivamente Washington ha successivamente ritrattato la dichiarazione.
Schumer ha dichiarato che avrebbe collaborato con i leader delle diverse commissioni del Senato per individuare le “minacce” e redigere un nuovo disegno di legge, soprannominato “China Competition Bill 2.0″.
Durante una conferenza stampa, Schumer ha affermato che il tempo non è dalla parte degli Stati Uniti e ha sottolineato come il regime di Xi lavori ogni giorno per superare gli USA.
“Non c’è motivo per cui i nostri due partiti qui al Congresso e al Senato non possano unirsi e inviare un forte messaggio al governo cinese, dimostrando che siamo uniti in questo pressante sforzo per la sicurezza nazionale e per mantenere la leadership americana in futuro” ha aggiunto Schumer.
Il senatore ha spiegato che il nuovo disegno di legge punterà anche a trovare ulteriori finanziamenti per investimenti nazionali in aree tecnologiche chiave e fornirà una migliore alternativa rispetto agli Stati Uniti all’interno dell’iniziativa infrastrutturale Belt and Road di Pechino.
Parte delle ampie nuove politiche annunciate, come parte dell’ultimo sforzo, sono già state incluse nel disegno di legge dell’anno scorso conosciuto come legge “Chips and Science”, tuttavia sono state ridimensionate nella sua legislazione effettiva.
La legge “Chips and Science“, firmata da Biden l’anno scorso, ha stanziato più di 170 miliardi di dollari in cinque anni per promuovere la ricerca scientifica negli Stati Uniti al fine di competere meglio con la Cina, e 52 miliardi di dollari in nuovi sussidi per la produzione e la ricerca di semiconduttori.
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