Un’operazione dei Carabinieri di Palermo ha portato alla luce gli stipendi dei pusher della zona, dagli spacciatori alle vedette.
Quello che è emerso è un giro ben organizzato che si articolava attraverso diverse piazze di spaccio siciliane, come piazzale Ignazio Calona. Venivano effettuati turni di 12 ore per garantire in ogni momento la massima attività, anche durante la notte, con compiti definiti per ciascuno.
Lo spaccio di droga è un argomento che interessa tutto il territorio nazionale ma spesso ne sentiamo parlare quando ci riferiamo alle zone del meridione, ad esempio l’indagine condotta dagli inquirenti palermitano ha smascherato un imponente giro che si articolava nelle diverse piazze di spaccio della città ma anche di altre zone della Sicilia.
Le persone coinvolte, che sono finite sotto al lente di ingrandimento degli inquirenti, facevano turni di 12 ore per garantire la piena attività anche di notte e ognuno aveva un compito ben preciso che prevedeva un determinato compenso.
Andiamo dai 50 euro al giorno per coloro che erano vedette e allertavano se nelle vicinanze avvistavano agenti delle forze dell’ordine, fino ai 100 euro giornalieri a chi si occupava di spacciare le sostanze stupefacenti.
Così la mafia aveva organizzato un vero e proprio lavoro in una delle più importanti piazze di spaccio della Sicilia, ovvero quella di piazzale Ignazio Calona a Palermo.
Secondo gli investigatori questa attività rappresentava una fonte importante di introiti del gruppo criminale che operava nel quartiere Sperone, tanto da poter fungere da sostentamento economico per molti nuclei familiari di coloro che sceglievano di collaborare con l’organizzazione.
L’indagine portata avanti dalle autorità ha stimato che la piazza garantiva al sodalizio profitti di quasi 2 milioni di euro l’anno, un’attività quindi molto redditizia che veniva gestita come una fabbrica con addetti specializzati e un tariffario per ogni mansione.
Da diverso tempo i Carabinieri del Nucleo Operativo di Palermo, coordinati come avviene in questi casi dalla Direzione Distrettuale Antimafia, erano sulle tracce del gruppo criminale e ora finalmente ci sono stati risultati importanti che hanno portato allo smascheramento degli affari.
È stato possibile individuare gli appartenenti alla struttura, capire le dinamiche con cui agiva e come si organizzava.
Fin dalle prime ore di oggi gli agenti hanno eseguito 39 misure cautelari in cui sono finite in carcere 14 persone e 17 sono ai domiciliari. Altri 8 indagati hanno l’obbligo di firma.
Agli indagati sono stati contestati circa 1650 episodi di spaccio, anche se gli inquirenti stimano che l’intera attività abbia portato a più di 500 cessioni di droga al giorno. Le ipotesi di reato che sono state formulate a carico degli indagati sono diverse, fra cui associazione finalizzata al traffico di droga aggravata dalla disponibilità di armi.
In particolare, le sostanze smerciate in alcuni casi da interi nuclei familiari, erano cocaina, crack, hashish e marijuana.
L’organigramma prevedeva due vertici che gestivano il rifornimento di sostanze, organizzavano il lavoro e raccoglievano i guadagni settimanalmente.
Fondamentali in questa struttura erano anche le donne, parenti dei capi, che collaboravano nella contabilità e custodivano la merce.
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