I famosi musei Uffizi di Firenze hanno iniziato il 2023 davvero alla grande con l’acquisto di un capolavoro di Francesco Hayez.
Si tratta del Ritratto del conte colonnello Francesco Teodoro Arese Lucini in carcere, opera del 1828 che il grande esponente del romanticismo ha eseguito per mostrare le contrastanti emozioni di un uomo in carcere in seguito ai moti risorgimentali italiani.
Nuova opera in mostra agli Uffizi
Il 2023 inizia con un’importante notizia che proviene dagli Uffizi: il museo fiorentino ha acquistato un capolavoro del pittore italiano Francesco Hayez, ovvero il Ritratto del conte colonnello Francesco Teodoro Arese Lucini in carcere.
La tela è del 1828 e ritrae il conte, nato a Milano nel 1778 e morto nella medesima città nel 1836, durante la sua prigionia durante il periodo dei moti risorgimentali. Il soldato napoleonico si trova nella sua cella nel carcere Spielberg, recluso per aver preso parte ai moti degli Anni Venti e Trenta.
Questo dipinto ha un fortissimo significato storico in relazione a quel periodo, in cui in Italia ci furono diverse rivoluzioni organizzate da società segrete con finalità costituzionali e liberali. La loro risonanza fu tale che vennero replicati in modo internazionale e questa opera da sola è in grado di trasportarci in quell’epoca tumultuosa.
Gli Uffizi sono stati arricchiti con un quadro dall’altissimo valore pittorico poiché è uno fra i più importanti della pittura risorgimentale, ma al tempo stesso ha anche un forte significato storico e politico in relazione al periodo forse più rivoluzionario della storia del nostro Paese.
In questa opera emerge la capacità dell’artista di esprimere diverse emozioni, quelle che il nobile gentiluomo ritratto provava durante la sua reclusione. Arese Lucini era un aristocratico che decise di rompere le ingessate convenzioni della ritrattistica e scelse di farsi ritrarre in catene, nonostante in effetti al momento del dipinto la pena fosse già conclusa.
Per questo tentativo di riscatto sociale il conte si affidò al genio di Heyez, incaricandolo di raffigurarlo in veste di martire carcerario all’interno della cella di Spelberg, in Austria, dove aveva passato 3 anni in seguito al processo che lo aveva condannato alla pena di morte per i moti dei primi anni Venti, tramutata poi in una detenzione.
L’entusiasmo di Eike Schmidt
Il dipinto raffigurante il militare napoleonico è visibile a partire da oggi in cima allo scalone lorenese, mentre in primavera comincerà un tour espositivo in diversi musei toscani.
Conosciamo il pittore lombardo per la maestosa opera del Bacio ma questa affascinante riproduzione di un uomo dallo sguardo penetrante, rivolto all’osservatore mentre si trova in un luogo angusto a sottolineare le durissime condizioni carcerarie, è davvero un capolavoro che ha rinnovato gli Uffizi.
Lo stesso direttore Eike Schmidt è entusiasta del nuovo acquisto:
“Arese fu condannato per aver partecipato ai moti del 1820-21 ma collaborò con la giustizia salvandosi dalla condanna a morte. seguirono anni di carcere durissimo che minarono gravemente la sua salute. questa opera riassume perfettamente la vicenda e offre al hayez l’opportunità di misurarsi con la psicologia del personaggio e di produrre forse la sua migliore opera. le nostre gallerie si sono arricchite con un capolavoro riprodotto nei più importanti testi sull’ottocento”.
Dopo il tour attraverso la Toscana, il dipinto rimarrà esposto in modo permanente nella Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti.