La guerra in Ucraina è giunta al 435esimo giorno, gli ultimi attacchi parlano di un’esplosione a Zaporizhzhia, definita la peggiore del 2023.
Dopo l’attacco con i droni di poche ore fa al Cremlino, in cui probabilmente l’obiettivo era Putin, continua la controffensiva dell’esercito ucraino, che nella notte ha colpito una raffineria di petrolio nel sud della Russia. L’avversaria da parte sua sta continuando le esplosioni nella capitale ucraina ma anche in altri obiettivi caldi di questo conflitto, come Zaporizhzhia e Odessa, facendo sapere che si stanno valutando quali ritorsioni adottare contro l’attentato al Cremlino. Intanto, Zelensky è andato alla Corte penale internazionale dell’Aja, il Tribunale che ha emesso tempo fa l’ordine di arresto internazionale per Putin.
Ci sono state guerre decisamente più lunghe del conflitto in Ucraina ma sebbene sia “solo” al 435esimo giorno, sembra che stia andando avanti da una vita. La sua violenza è sotto gli occhi di tutti e questo conflitto ha fatto emergere il lato peggiore di quello che è considerato quasi come un responsabile unico, Putin, che non ha esitato a deportare bambini per i suoi scopi.
Proprio lui, al centro di mille polemiche, è stato giudicato come un assassino e Zelenesky chiama la Russia, lo Stato terrorista. Di questa opinione anche le potenze mondiali, come l’America che non smette di emettere pacchetti di sanzioni e il Tribunale penale dell’Aja che addirittura ha diramato un mandato di arresto internazionale con l’accusa di crimini di guerra.
Tutto questo malcontento fra sfociare il conflitto in atti offensivi particolarmente gravi come l’attacco con i droni al Cremlino di ieri, considerato un presunto attentato direttamente contro la figura del leader della Federazione.
In attesa di decidere una risposta concreta a questo fatto, la Russia continua la sua offensiva con un attacco aereo sulla Capitale, però l’Amministrazione militare di Kiev ha invitato a rimanere calmi sottolineando che la difesa aerea funziona. Su Telegram ha esortato i residenti a rimanere nei rifugi fino alla fine del raid, annunciato intorno alle 3 di questa notte. Erano 24 i droni lanciati e 18 di questi, partiti dalla regione di Bryansk e dalla costa orientale del Mar d’Azov, sono stati neutralizzati.
Poco prima si è invece verificata una nuova esplosione a Zaporizhzhia, che ha portato le autorità a dichiarare un allarme aereo nella regione. Poi è stata la volta di Odessa, dove sono state udite diverse esplosioni. Anche la zona dell’Ucraina sud-occidentale è particolarmente bersagliata e i droni lanciati questa notte riportavano le scritte “Per Mosca” e “Per il Cremlino” sulla coda. Questi sono stati in gran parte abbattuti dal sistema di difesa aereo ma tre hanno colpito i dormitori di una scuola, tuttavia non ci sono stati feriti.
Gli Stati Uniti, prima potenza che condanna apertamente la guerra, hanno messo in guardia i cittadini americani che si trovano nelle zone ucraine maggiormente a rischio, informandoli che gli attacchi missilistici sulla Capitale saranno molto frequenti. Proprio per reagire al meglio, alla luce anche degli ultimi accanimenti in poche ore, il Pentagono ha annunciato che l’Ucraina verrà sostenuta con un nuovo pacchetto di aiuti militari dal valore di 300 milioni di dollari, questo vuol dire che verranno inviate nuove armi.
La Capitale ucraina si è mostrata molto resiliente e ad ogni attacco risponde prontamente, infatti dopo gli episodi appena citati, le forze armate ucraine hanno attaccato con un drone la raffineria di petrolio di Ilsky nella regione di Krasnodar, e il suo serbatoio ha preso fuoco.
La scorsa notte Kiev ha subito l’attacco russo più intenso dall’inizio dell’anno, questo è quanto sostiene il capo dell’amministrazione militare di Kiev, Sergiy Popko. Secondo le stime, nelle ultime 24 ore il Cremlino ha lanciato 68 attacchi aerei che hanno preso di mira le regioni settentrionali, centrali e meridionali, provocando feriti e danneggiando edifici residenziali e infrastrutture. La probabilità di nuovi attacchi rimane alta.
Poco fa il presidente Zelensky è arrivato nei Paesi Bassi, dove oggi in agenda per lui c’è l’importante incontro con i vertici della Corte penale internazionale dell’Aja, che a marzo ha emesso il mandato di arresto per Putin e la commissaria Maria Alekseyevna Lvova-Belova, accusandoli di crimini di guerra e deportazione illegale di bambini ucraini.
Il presunto attentato verso Putin è forse l’atto più incisivo che l’Ucraina ha compiuto in questa guerra, sempre che venga individuata come responsabile. Ieri dei droni hanno presumibilmente cercato di colpire il presidente russo e in merito a questo i piani alti di Mosca sembrano non avere dubbi, tanto da preannunciare che ci saranno pesanti ritorsioni che ancora devono essere definite.
Tuttavia dall’Ucraina è arrivata subito una smentita e il consigliere Podolyak ha detto che l’Ucraina non ha nulla a che vedere con l’attacco, ipotizzando anzi che si tratti di una cosa escogitata dalla Russia per poter poi giustificare una nuova pesante offensiva e in effetti alla luce di quello che poi è avvenuto ieri notte, forse potrebbe essere così. Anche Zelensky ha ribadito il concetto, chiarendo:
“noi non attacchiamo putin, lo lasciamo al tribunale”.
I droni che hanno cercato di attaccare il Cremlino nella notte fra il 2 e il 3 maggio sono due. I piani alti non hanno dubbi sulla natura dell’attentato, che è stato sventato anche se comunque in quel momento Putin non era presente.
Le immagini delle esplosioni hanno fatto in poco tempo il giro del mondo, specialmente un video che le riprende da una distanza ravvicinata. Nelle immagini si vede un oggetto bianco che precipita verso la cupola del Cremlino e poi un fascio di luce rossa. Poi, una grande colonna di fumo si è alzata oltre le mura.
Il servizio di stampa presidenziale russo ha riferito che i droni sono stati abbattuti dai sistemi elettronici della difesa aerea ma alcuni frammenti sono caduti all’interno del territorio del complesso, tuttavia senza provocare feriti.
Zelensky ha sottolineato in una conferenza stampa a Helsinki, che la linea di guerra dell’Ucraina è basata sulla difesa dei propri territori e non sull’offensiva, fra l’altro il Paese non dispone delle armi necessarie per poterlo fare.
Podolyak, consigliere presidenziale, ha le idee molto chiare:
“la russia sta chiaramente preparando un attacco terroristico su larga scala. l’ucraina sta conducendo una guerra esclusivamente difensiva e non stiamo attaccando obiettivi sul territorio russo senza motivazioni”.
Ancora, il portavoce ha aggiunto che la linea difensiva è stata scelta perché molto più aggressiva dell’offesa, fra l’altro attaccare la Federazione per primi significherebbe fornire motivazioni per giustificare gli attacchi ai civili. Ha una spiegazione sull’attacco dei droni al Cremlino, ovvero quella che si tratti di attività di guerriglia messe in atto dalle forze di resistenza locali.
In questo intenso scambio di accuse fra le due potenze, il sindaco di Mosca ha preso una decisione, quella di vietare il sorvolo di droni sulla città ma sebbene la situazione sia molto delicata, il portavoce presidenziale russo Dmitrij Peskov ha detto che la tradizionale parata del 9 maggio sulla Piazza Rossa per celebrare l’anniversario della vittoria sul nazismo, si terrà.
Molti hanno anche puntato il dito contro i mercenari Wagner ma dal gruppo paramilitare c’è assoluto silenzio. I mercenari sembrano più concentrati su quello che avviene sul campo di battaglia e infatti Prigozhin ha detto che la cosa importante per lui al momento è ottenere le munizioni per avanzare a Bakhmut e per difendere l’esercito. Sui droni al Cremlino ha ironizzato dicendo che forse si è trattato di un fulmine.
Una reazione è arrivata anche dagli Stati Uniti, dove il segretario di Stato Blinken ha invitato alla prudenza nell’esaminazione dei fatti, precisando che non è possibile al momento confermare nulla e comunque ogni notizia che arriva da Mosca va trattata con estrema attenzione perché si tratta di temi delicati e ogni passo falso o avventato, anche per quanto riguarda le dichiarazioni e i commenti che vengono fatti, può avere conseguenze gravi.
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