I primi raid degli Stati Uniti contro l’Isis in Libia sono iniziati. L’obiettivo è colpire i jihadisti dello Stato Islamico attraverso “missioni aeree di precisione”. Ad autorizzare l’offensiva, il presidente Barack Obama su raccomandazione del segretario alla Difesa Ash Carter e di Fayez al Serraj il premier libico. I raid hanno colpito carri armati e altri mezzi.
Da Washington arriva un aiuto alle forze già impegnate sul territorio. Secondo il Pentagono a Sirte sono presenti 1.000 combattenti dell’Isis. L’Italia appoggia l’intervento americano e il governo si presenta oggi in Aula alla Camera: il ministro della Difesa Roberta Pinotti al question time spiegherà qual è il ruolo dell’Italia nelle azioni aeree avviate dagli Usa.
La Russia si mette di traverso e denuncia l’ “illegalità” dei raid aerei in quanto “serve una risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu” per autorizzarli. Dal Cremlino arriva l’invito all’Italia ad assumere posizioni neutrali.
Il ruolo dell’Italia
“E’ un fatto molto positivo che gli americani abbiano deciso di intervenire in Libia”, aveva detto ieri il Ministro Paolo Gentiloni. “Il 90% dei migranti che arrivano in Italia, provengono dalla Libia e questo è il motivo per il quale ci interessa così tanto la stabilizzazione del Paese oltre che per la minaccia terroristica. Inoltre la Libia è potenzialmente ricchissima e” ci interessa che “torni a essere un Paese ricco di possibilità”, ha dichiarato il ministro degli Esteri a ‘Uno Mattina’.
“Valuteremo se ci saranno richieste, se prenderemo una decisione ne daremo informazione al Parlamento”, aveva concluso Polo Gentiloni a proposito di un possibile uso delle basi italiane, fra le quali quella di Sigonella. Fonti ben informate affermano che l’Italia difficilmente potrà dire di no agli americani qualora dovessero richiedere l’utilizzo delle basi.
“Dal punto di vista della sicurezza interna noi vigiliamo ad un livello di allerta molto alto e di più non si può alzare e l’intervento militare in Libia è finalizzato proprio a espiantare l’Isis nei luoghi dove sono insediati e da cui possono attivare azioni verso l’Europa”. “Noi siamo pronti ad ogni azione repressiva e di contrasto”. Così il ministro dell’Interno Angelino Alfano a In Onda su La7.
L’offensiva degli Stati Uniti
Ad annunciare le operazioni è stato lo stesso Sarraj in un discorso alla tv: “Sono iniziati i primi raid americani che hanno colpito postazioni jihadiste”, infliggendo loro “pesanti perdite”, ha detto il premier libico. La Farnesina fa sapere che i raid degli USA sono stati valutati “positivamente dall’Italia”. “Roma incoraggia a realizzare le iniziative per ridare stabilità e pace ai libici”, aggiunge in una nota il Ministero degli Esteri.
Sarraj ha indirettamente accusato la Francia che qualche giorno fa aveva annunciato la sua presenza in Libia senza però aver avuto il consenso del governo di Tripoli. Il premier libico ha parlato del “rifiuto del suo governo ad ogni tipo di ingerenza straniera senza mandato o autorizzazione del governo di intesa nazionale”.
L’operazione americana come richiesto dalla Libia dovrà avere obiettivi mirati senza l’utilizzo di truppe di terra. In più, gli Usa dovranno lanciare l’offensiva solo a Sirte. Una offensiva veloce di 30 giorni. “È nell’interesse della sicurezza nazionale americana assicurare che il governo libico possa completare il suo lavoro contro l’Is evitando che si rafforzi in Libia”, ha detto il Presidente Barack Obama.
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