L’India e gli Usa si sono impegnati a rafforzare la cooperazione su diversi fronti, non ultimo quello militare e tecnologico. Se da un lato Nuova Delhi cerca fornitori diversificati di armamenti e partner per la produzione interna, dall’altro l’amministrazione Biden mira anche a coinvolgere più strettamente l’India in un’alleanza che, dal suo lato, volta a contrastare l’ascesa della Cina in diversi ambiti e settori.
L’incontro avvenuto tra Austin e Singh si inquadra proprio in questo contesto. Le discussioni che sono emerse tra i due funzionari hanno mirato alla cooperazione industriale e tecnologica nel settore della difesa, ma hanno anche condiviso opportunità per lo sviluppo congiunto di nuove tecnologie e prodotti. È stata concordata una tabella di marcia strategica su questi temi tra india e Usa che prevede fasi e step differenti per i prossimi anni.
L’India, primo importatore mondiale di armi, vuole diversificare i fornitori e ha deciso di produrre parte degli armamenti localmente e in maniera autonoma. Gli USA hanno affermato di essere pronti a favorire l’industria bellica indiana, ad esempio concedendo a General Electric di produrre motori per aerei in India. Ciò ha sollevato malcontento in Cina che vive una disputa con l’india da diversi anni a causa dei confini statali.
Tuttavia, dietro l’apparente interesse nella collaborazione commerciale e strategica, sembra che Washington voglia coinvolgere Nuova Delhi in un’intesa più ampia per compensare il crescente potere cinese, sopratutto nella zona dell’Indo-Pacifico. La cooperazione militare e tecnologica potrebbe facilitare questo obiettivo degli Stati Uniti.
Durante l’incontro tra il ministro della difesa indiano Rajnath Singh e il capo del Pentagono Lloyd Austin si è posto l’accento sulla cooperazione industriale. Le due parti hanno convenuto di identificare opportunità per lo sviluppo congiunto di nuove tecnologie e la co-produzione di sistemi esistenti e nuovi, nonché per favorire una maggiore collaborazione tra le start-up della difesa indiane e americane.
Per raggiungere questi obiettivi è stata creata una tabella di marcia per la cooperazione industriale difensiva tra India e Stati Uniti che guiderà i progressi nei prossimi anni e i progetti congiunti che verranno effettuati dalle autorità statunitensi insieme a quelle indiane.
L’India, che come sopra menzionato è l’importatore poi impostante a livello globale di armi, sta cercando di diversificare i fornitori e ha stretto accordi con Russia, USA, Francia e Israele.
È emersa inoltre la volontà che i produttori di difesa globali collaboreranno con le aziende indiane per produrre armi e attrezzature sia per il mercato interno che per le esportazioni.
L’amministrazione Biden sembra pronta a dare il via libera alla General Electric per produrre motori per aerei militari indiani in India.
Austin ha affermato che lui e Singh hanno discusso modi per aumentare la condivisione di informazioni e nuove iniziative soprattutto nel settore subacqueo.
Il governo indiano vuole attrarre investimenti stranieri nel settore della Difesa per produrre armi e attrezzature militari localmente sia per uso interno che per le esportazioni.
Austin ha sottolineato l’importanza della partnership India-Stati Uniti in un mondo caratterizzato da sfide come l’assertività cinese, l’aggressione russa in Ucraina, il terrorismo e i cambiamenti climatici. Ha affermato che le democrazie devono unire gli sforzi sia per tutelare gli interessi reciproci che per difendere i valori condivisi.
Gli USA vogliono sviluppare un’alleanza economica, tecnologica e militare con l’India per controbilanciare la crescente influenza cinese. Offrendo collaborazioni nel settore della difesa di interesse per Nuova Delhi, sperano di avvicinare l’India al proprio blocco di alleati.
Questa iniziativa mira a rivoluzionare il modo in cui cooperano i settori della difesa statunitense e indiana. Include una serie di proposte specifiche che potrebbero fornire all’India l’accesso alle più avanzate tecnologie militari e supportare i programmi di ammodernamento difensivo indiani. Austin ha incontrato anche Ajit Doval, consigliere per la Sicurezza nazionale indiano.
Austin ha riportato sui social a seguito del suo arrivo a Nuova Delhi che: “Sto tornando in India per incontrare i massimi vertici militari e politici per discutere di come rafforzare la nostra ampia partnership strategica. Insieme, stiamo realizzando una visione condivisa di un Indo-Pacifico libero e aperto”.
In sintesi sembra che la visita mirasse a dare nuovo slancio alla cooperazione militare tra i due paesi, attraverso il trasferimento di tecnologie avanzate, maggiore cooperazione nel cyberspazio, nello spazio e nel campo dell’intelligenza artificiale, supportando così i piani di modernizzazione delle forze armate indiane, ma anche a prendere posizione in maniera importante nell’economia asiatica.
L’India sta cercando attualmente di acquisire 18 droni da combattimento ad alta quota e di grande autonomia dalla statunitense General Atomics per un importo stimato tra 1,5 e 2 miliardi di dollari, secondo quanto affermato da Rahul Bedi, un analista della Difesa. Questi velivoli senza pilota probabilmente saranno dispiegati lungo i suoi confini con Cina e Pakistan e nella regione strategica dell’Oceano Indiano, ha precisato Bedi.
I media indiani hanno riferito che la co-produzione di motori per aerei da combattimento, veicoli da combattimento corazzati, obici e proiettili di precisione è stata discussa il mese scorso a Washington durante una riunione del U.S.-India Defense Policy Group.
In sintesi, l’India sta valutando l’acquisto di droni armati avanzati dagli Stati Uniti da schierare lungo i suoi confini turbolenti, e sta discutendo con Washington la possibilità di co-produrre una serie di sistemi d’arma come parte del rafforzamento della cooperazione industriale difensiva. Questo indica l’intenzione della difesa indiana di dotarsi delle ultime tecnologie militari per rafforzare le sue capacità di difesa, anche attraverso una maggiore collaborazione con gli Stati Uniti.
Washington vuole rafforzare la partnership con Nuova Delhi per contrastare la crescente influenza cinese nella regione Indo-Pacifica e a livello globale.
Gli Usa stanno incoraggiando un maggiore trasferimento di tecnologie dual-use e fornendo supporto avanzato per aiutare l’India a colmare il divario con la Cina in capacità militari e tecnologiche come intelligenza artificiale, droni e cybersecurity.
Lo scopo è quello di aumentare la cooperazione in settori emergenti come spazio, commercio elettronico, 5G, blockchain e altro per alimentare la crescita economica e la difesa indiana.
Washington sta allentando le restrizioni sul trasferimento di tecnologia alle aziende indiane, facilitando l’accesso a quelle strategiche.
Tutto ciò fa parte degli sforzi statunitensi per rafforzare il potere economico, diplomatico e militare dell’India come contrappeso alla Cina in Asia. Gli Usa sperano che un’India più tecnologicamente avanzata possa diventare un attore regionale autonomo in grado di bilanciare meglio le ambizioni cinesi.
Washington punta quindi a creare una sinergia tecnologica tra le due democrazie per contrastare l’influenza concentrata della Cina, con obiettivi geopolitici e un primis far emergere l’India come potenza più competitiva da un punto di vista tecnologico e militare.
Tutto questo a seguito dell’astio e delle problematiche dolomitiche che stanno attraversando Nuova Delhi e Washington. Dopo l’intromissione statunitense nella faccenda di Taiwan, il governo cinese ha deciso di portare a termine un percorso diplomatico con il quale ha stretto nuove alleanze ma nello stesso tempo ha anche consolidato storici rapporti come quello con la Russia.
I confini contesi e non definiti costituiscono la principale causa di tensione tra Cina e India. Ampie aree del Ladakh, Himachal Pradesh occidentale, sono rivendicate da entrambi i paesi. La Cina afferma di avere controllo su gran parte dell’Aksai Chin, regione desertica attraversata da una autostrada strategica che collega il Tibet allo Xinjiang.
Pechino rivendica anche parte dello stato indiano di Arunachal Pradesh, considerandolo parte del Tibet. Il Bhutan, sebbene dipenda strettamente dall’India a livello diplomatico, è coinvolto nella disputa su alcune aree di confine con la Cina.
Le questioni irrisolte sui confini riguardano aree estese dell’Himalaya occidentale, strategicamente e geograficamente importanti per entrambi i giganti asiatici. Nei decenni i colloqui non hanno portato a definire o spartire concretamente i territori contesi. Le dispute su questi vasti confini himalayani, determinati in realtà più da trattati storici e mappe pre moderne che da basi precise, costituiscono il fulcro delle tensioni tra Cina e India, culminate anche in conflitti armati.
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