Glifosato: cos’è? E’ stata dimostrata una sua tossicità? Perché è pericoloso per la salute? Si tratta di uno degli erbicidi più utilizzati al mondo, che è finito nell’occhio del ciclone perché diversi esperti sostengono che sia pericoloso, soprattutto in grado di causare malattie che interessano il sistema endocrino. Il dibattito sulla pericolosità di questa sostanza è molto ampio, anche perché essa rimane autorizzata all’uso in Italia. Eppure l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito il glifosato nell’elenco delle sostanze che potenzialmente sarebbero in grado di causare il cancro. Qual è la verità?
Che cos’è
Il glifosato è una sostanza chimica che è stata inventata negli anni ’70 da John Franz, un chimico che lavorava per la multinazionale Monsanto. E’ un erbicida in grado di uccidere in maniera indiscriminata qualsiasi tipo di pianta. La sua introduzione nel commercio è avvenuta nel 1974, con il nome di “Roundup”. L’erbicida è stato molto utilizzato in agricoltura, ma anche nelle aree urbane, soprattutto per diserbare le strade e le ferrovie.
Il suo successo è stato determinato dal fatto che, almeno inizialmente, si è ritenuto fosse una sostanza molto meno tossica per l’uomo e molto più degradabile degli altri erbicidi usati. La sostanza in questione, infatti, viene attaccata dai microrganismi che si trovano nel terreno. Inoltre non penetra in profondità, ma si ferma di solito intorno ai 20 centimetri. Tutto ciò evita il rischio che raggiunga le falde acquifere e riduce la necessità di arare a fondo il terreno.
Da circa 15 anni il brevetto riconducibile a Monsanto è scaduto e il glifosato può essere prodotto e venduto in maniera più libera. Attualmente è l’erbicida più utilizzato in tutto il mondo.
E’ pericoloso?
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca contro il Cancro, attraverso vari studi, è arrivata alla conclusione che il glifosato possa essere considerato un probabile agente cancerogeno. Tuttavia gli esperti hanno precisato che non ci sono abbastanza prove per sostenere questa teoria. Dopo le ricerche, però, l’erbicida è stato inserito nella lista degli agenti cancerogeni.
Nel 2012 i ricercatori guidati dal professor Gilles-Éric Séralini hanno effettuato un altro studio. In base ai risultati è stato sostenuto che il glifosato fosse in grado di causare gravi malattie e tumori negli animali da laboratorio. La ricerca era stata pubblicata anche sulla rivista Food and Chemical Toxicology, ma ci furono molti dubbi sulla validità dei risultati e seguirono molte critiche, in seguito alle quali la rivista stessa preferì ritirare l’articolo.
Ci sono molte ricerche su questa sostanza, ma alcuni aspetti sottolineano che, dopo circa 40 anni di utilizzo, nessuno studio è riuscito ad individuare un collegamento certo tra il glifosato e lo sviluppo dei tumori negli uomini. E’ chiaro, però, che questa sostanza chimica deve essere usata con moderazione. Intanto la ricerca scientifica continua, facendoci riflettere sempre di più sul rapporto rischi-benefici. E’ recente la polemica sulle condizioni di vita della popolazione dell’Argentina che lavora nei campi di soia ogm, nei quali si utilizzano grandi dosi di questo diserbante.
I possibili effetti sulla salute
Secondo i produttori del glifosato, questa sostanza non comporterebbe molti problemi per la salute. In particolare sostengono che abbia un basso potenziale di irritazione per gli occhi e per la pelle, che non causi problemi al sistema riproduttivo e che non sia in grado di determinare mutazioni nel dna.
Totalmente contrario è il parere di ricerche indipendenti. Queste ultime sostengono che il glifosato sia tra i pesticidi più segnalati come cause di avvelenamento accidentale. Fra i sintomi acuti che sarebbe in grado di generare, secondo questi studi, sono stati segnalati problemi respiratori, eczema, reazioni allergiche, pressione alta del sangue. Alcune ricerche sostengono che mediante test prolungati nel tempo si sia dimostrato come il glifosato possa avere effetti nocivi sulla qualità dello sperma e sul numero degli spermatozoi. Inoltre altri studi mettono l’accento sui danni al dna che sarebbero stati osservati in laboratorio, in particolare sulle cellule del fegato, dei reni e del midollo osseo.
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