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Categories: Ambiente

Glifosato pasta: lista dei marchi e rischi della presenza di contaminanti nel cibo

[didascalia fornitore=”foto”]via Pixabay[/didascalia]

I consumatori italiani sono sempre più preoccupati della presenza di glifosato nella pasta e di recente l’associazione dei consumatori ‘GranoSalus’ ha stilato una lista di marchi di pasta che contengono glifosato, dopo aver eseguito test in merito. Tracce di questo controverso erbicida, già al centro di un’accesa disputa scientifica circa la sua pericolosità, sono state rintracciate in numerosi marchi di pasta nostrani. I risultati delle analisi sono stati pubblicati dall’associazione, riportando alla ribalta mediatica il tema dei contaminanti nei cibi, tanto che le ricerche web su ‘glifosato pasta’ hanno cominciato a impennarsi nuovamente. Ma quali sono i rischi della presenza di contaminanti nel cibo, e di glifosato in particolare? La salute è davvero a rischio? Proviamo ad indagare maggiormente il fenomeno del glifosato nella pasta, e le questioni legate alla salute sulla scorta delle ultime valutazioni effettuate in materia dagli organismi europei.

Glifosato nella pasta di Gragnano IGP: lista delle marche ‘contaminate’

Come denunciato da GranoSalus a fine gennaio 2018 anche la pasta di Gragnano contiene glifosato, nonostante abbia ricevuto il marchio europeo di tutela IGP. Dal test effettuato dall’Associazione, quattro marche di spaghetti, tra cui due riconducibili a Eataly (Oscar Farinetti), presentano tracce dell’erbicida. Il dubbio avanzato dagli esperti è che sia stata usata una semola di grano duro proveniente dall’estero.

La lista delle marche di pasta contaminate dal glifosato è la seguente: 1) Tre mulini IGP Gragnano distribuita da Eurospin (0.093 mg/kg di glifosato); 2) Rigorosa IGP Gragnano prodotta dal Pastificio Lucio Garofalo Spa per il Premiato Pastificio Afeltra Srl (0.075 mg/kg di glifosato); 3) Gragnano IGP del Pastificio G. Di Martino (0.052 mg/kg di glifosato); 4) Afeltra IGP prodotta dal Premiato Pastificio Afeltra Srl (0.045 mg/kg di glifosato). Va precisato che il quinto lotto di pasta analizzato è risultato privo della sostanza contaminane, si tratta della Pasta Afeltra – 100% Grano Italiano sempre di proprietà del Premiato Pastificio Afeltra Srl: si tratta in pratica dell’unica confezione di spaghetti con marchio IGP Gragnano senza glifosato.

[didascalia fornitore=”ansa”]Nell’infografica realizzata da Centimetri: che cos’è il glifosato, le valutazioni scientifiche e la posizione dell’Unione europea sull’utilizzo dell’erbicida[/didascalia]

Come abbiamo anticipato, la questione è al centro di aspri dibattiti scientifici che coinvolgono sia la tossicità che le problematiche ambientali correlate all’uso di questo erbicida usato in numerosi campi agricoli di tutto il mondo. Va detto che il glifosato in Italia è oggetto di alcune restrizioni sull’uso dal 2016, e i test sulla pasta hanno rimesso al centro della discussione anche la questione delle importazioni di cibo nel nostro Paese, nel caso specifico il grano.

Che cos’è il glifosato?

Visto che tanti italiani sono alla ricerca disperata di pasta senza glifosato, dopo la diffusione delle notizie, vediamo innanzitutto di chiarire che cos’è tale sostanza: si tratta di un erbicida molto diffuso, ideato e commercializzato negli anni Settanta del secolo scorso dalla multinazionale Monsanto. Secondo gli scienziati che lavorano per la multinazionale il glifosato, in grado di distruggere qualsiasi pianta infestante, comporterebbe bassi rischi per la salute umana quali irritazione per gli occhi e per le pelle di chi vi lavora a stretto contatto, ma alcuni studi dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca contro il Cancro pochi anni fa sono giunti alla conclusione che questa sostanza chimica possa essere considerata un probabile agente cancerogeno.

Glifosato e cancro: il rischio è reale?


Tuttavia proprio nel marzo 2017, quando venivano effettuati alcuni test del glifosato nella pasta italiana, il Comitato per la valutazione del rischio dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche ha dichiarato al contrario che l’erbicida non deve essere classificato come cancerogeno, mutageno o come sostanza con effetti sull’apparato riproduttivo, sia per gli animali che per gli esseri umani, smentendo dunque l’allarmismo di chi ha portato avanti il nesso di correlazione tra glifosato e cancro. Dura la replica di Greenpeace Europa, che in un comunicato ha dichiarato che l’Agenzia ha respinto prove ‘lampanti sulla carcinogenicità del glifosato su animali da laboratorio, ignorato gli avvertimenti di più di 90 scienziati indipendenti, basandosi su studi non pubblicati e commissionati dai produttori di glifosato‘.

Glifosato pasta: cosa dicono i test

Cosa dicono i test effettuati negli ultimi mesi? I primi risultati presentati da GranoSalus parlano non solo di glifosato nella pasta, ma anche altri contaminanti, ovvero Don e Cadmio, riscontrati entro i limiti per gli adulti, mentre in due casi i campioni superano i limiti di Don (che in ogni caso è assai meno pericoloso del glifosato) stabiliti per la tutela della salute dei bambini. Tuttavia un altro test effettuato da Altroconsumo per verificare la presenza di contaminanti ha comportato risultati differenti, con alcune marche che sono risultate esenti da microtracce dei contaminanti citati: questo perché le ricerche sulle microtossine per loro natura possono dare risultati differenti su campioni uguali dello stesso prodotto, a maggior ragione su campioni differenti. Inoltre, ricorda sempre Altroconsumo, non sempre vi è correlazione tra grano estero e microtossine.

A chi in questi giorni sta andando alla disperata ricerca di pasta senza glifosato per scongiurare il rischio cancro, va precisato che le tracce riscontrate dai test sono 100 volte inferiori ai limiti previsti dalla normativa a tutela dei consumatori: benché vi siano pareri scientifici discordanti sulla pericolosità dell’erbicida, la quantità assunta mangiando un piatto di pasta sarebbe di circa 600 volte inferiore alla dose giornaliera tollerabile, intesa come la quantità di glifosato che possa essere assunta in un giorno senza correre rischi, anche sposando in pieno la pericolosità della sostanza chimica sull’organismo.

Testi a cura di Giulio Ragni e Kati Irrente

Redazione

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