Sono state ufficializzate ed entreranno a breve in vigore le nuove regole e disposizioni relative al Golden Power, lo strumento con cui lo stato italiano tutela imprese ed asset ritenuti strategici per economia e sicurezza patria.
Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) è stato firmato ieri, 2 agosto, dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli dopo che la riforma era stata introdotta dal governo Draghi con un decreto legge del marzo 2022.
Golden Power: cos’è e perché lo si modifica
Il Golden Power è un istituto legislativo, ossia un insieme di norme afferenti ad uno stesso specifico ambito, creato nel 2012 al fine di dotare l’esecutivo di Roma di uno strumento attraverso cui condizionare o vietare investimenti provenienti dall’estero che vadano ad intaccare settori dell’economia basilari per sovranità ed indipendenza dell’Italia.
In un’epoca di globalizzazione ed al contempo di riproposizione di logiche revansciste di tipo nazionalistico, con alcuni Paesi determinati ad aumentare il proprio potere sulla scena internazionale acquisendo importanti settori dell’economia di stati emergenti o rivali (con il doppio vantaggio di rafforzare la propria economia drenando verso sé quella di altre nazioni), la leva del Golden Power sta divenendo sempre più importante e richiesta.
Se difatti nel 2014 solo 8 asset economico-finanziari erano stati posti sotto la giurisdizione della norma da Palazzo Chigi, negli anni la mole di notifiche è aumentata fino a raggiungere le 496 del 2021.
Il nuovo regolamento
A fondamento del nuovo regolamento vi è la volontà governativa di adeguarsi a quanto stabilito in ambito UE circa i settori delle economie degli stati membri da considerarsi strategici tanto per il singolo Paese quanto per l’Unione in sé, naturalmente evitando di compromettere e perturbare eccessivamente il mercato, scoraggiando anche gli altri investimenti stranieri non passibili di restrizioni.
Innanzitutto si stabilizza il numero di giurisdizioni controllabili dalla norma: alle tradizionali cinque (difesa, sicurezza nazionale, energia, trasporti e telecomunicazioni) se ne aggiungono altre concernenti le tecnologie legate alla rete 5G, la salute, l’agroalimentare, gli istituti e le agenzie finanziarie, creditizie ed assicurative.
Inoltre viene introdotta la “prenotifica”: ossia alle imprese viene data la possibilità di indicare allo stato gli investimenti che starebbero per ottenere dall’estero in modo da poter saper in tempo utile se qualche movimento di fondi potrebbe essere modificato o interdetto proprio dall’attuazione del Golden Power. Nel caso l’azienda inviasse tale richiesta, l’esecutivo ha 30 giorni di tempo per valutare il caso ed offrire una risposta motivata all’operatore economico.
Oltre a ciò, già dal 21 luglio, in previsione dell’entrata in vigore delle norme in rinforzo del DPCM qui in oggetto, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha sottoscritto un accordo affinché sia potenziato l’interscambio tra Palazzo Chigi e Guardia di Finanza proprio sul tema della difesa degli asset strategici dell’economia peninsulare.