Splendida vittoria di Jordan Spieth all’Augusta Masters 2015: il 21enne indossa la giacca verde andando anche a eguagliare il record nello score finale con lo stesso -18 messo a segno nientemeno che da Tiger Woods, che peraltro rimane il più giovane vincitore per un soffio. L’americano può essere davvero il nuovo talento del mondo del golf, perché ha saputo non solo partire bene, ma ha anche perfettamente retto la tensione dei quattro giorni e non si è lasciato intimorire dalle ultime, decisive, nove buche partendo da una posizione di vantaggio. Un vero trionfo, un successo per distacco dato che ha distanziato di 4 lunghezze Justin Rose, secondo. E Tiger?
Tiger Woods non giocava da tempo e la sua presenza è rimasta in dubbio fino a pochi giorni prima del torneo, ma si è presentato e ha anche portato a termine un major notevole, considerando la lunga assenza dai fields. Dopo essere stato anche in odore di podio, è calato soprattutto nell’ultima giornata terminando diciassettesimo a -5 ma soprattutto a 13 colpi di distacco dal giovane delfino. Emblematica la scena alla buca 9: palla tra gli aghi di pino, il californiano colpisce secco, ma prende una radice nascosta, ne esce fuori un tiro non molto preciso, lui urla di dolore e getta il ferro. Dirà: un osso mi è uscito e l’ho rimesso a posto. È già diventato virale.
Insomma, l’ex-re del golf non può che far parlare di sé anche se non vince, ma all’Augusta National bisogna rendere omaggio all’americano 21enne che conquista il primo Major della carriera con una condotta di gara pulita, aggressiva quando serviva, molto ragionata e da “quarantenne” quando c’era da gestire. Che gran bel giocatore, che vince rimanendo in testa dall’inizio come Raymond Floyd nel 1976 e con un -18 come Tiger Woods nel 1997 gettando al vento un -19 sbagliando un facile putt dato che stava già festeggiando, praticamente. È suo il record di birdie, 28, mai raggiunto prima. È il secondo vincitore più giovane e il secondo giocatore al mondo, al momento.
Secondo a 4 colpi c’è l’inglese Justin Rose e terzo a 5 il vecchio Phil Mickelson che per un po’ ha accarezzato il sogno di un altro Masters andando a riprendere il giovane rivale. Quarta piazza per Rory McIlroy che fa meglio di quanto si sarebbe aspettato, ma è sempre numero uno al mondo. Ora dovrà iniziare a guardarsi alle spalle.
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