A chi è dedicato il Google Doodle di oggi 4 maggio 2015? A Bartolomeo Cristofori, italiano nato 360 anni fa e considerato il papà del pianoforte, strumento musicale che ha inventato rivoluzionando il mondo delle note. Il logo personalizzato è anche animato perché – una volta cliccato sul simbolo play – si dà vita alla versione fumettistica del cembalaio che inizia a suonare. Sulla sinistra c’è una sorta di ingrandimento in trasparenza del funzionamento interno di questo strumento a corda, con la percussione che viene applicata una volta premuti i tasti. Sulla destra, una sorta di manopola virtuale.
Andando a spostarla dalla P alla F si può così ottenere e apprezzare l’effetto delle note alte e basse, che sono un po’ il fulcro del pianoforte – chiamato così non a caso – che consente una grande libertà di azione e la possibilità di creare melodie complesse come nessun’altro strumento prima. Ancora adesso il pianoforte è considerato lo strumento più difficile da imparare a suonare con un tempo di almeno 10 anni per perfezionarne l’uso e padroneggiarlo adeguatamente. Ma chi era Bartolomeo Cristofori? Qual è la sua biografia?
Bartolomeo Cristofori è nato a Padova ben 360 anni fa ossia precisamente il 4 maggio 1655 mentre è scomparso a Firenze il 27 gennaio 1731 all’età di 76 anni ancora da compiere. Inizia il proprio lavoro presso la corte dei Medici a Firenze intorno al 1690 ossia nel pieno della maturità e la sua prima invenzione di nota (mai termine fu più a caso) è il gravicembalo con il piano e forte che che fu ideato e realizzato a cavallo del 1700. Fu chiamato poi fortepiano e si può considerare il nonno del pianoforte.
I GOOGLE DOODLE PIU’ BELLI E DIVERTENTI
La base era quella già nota da tempo del clavicembalo che però vedeva sostituito al meccanismo dei salterelli quello dei martelletti con lo scappamento, che consentivano dunque di modulare l’intensità del suono prodotto a seconda di quanta pressione si imprimeva sul tasto e aprendo un nuovo mondo. Nemmeno a dirlo, non fu di molto successo in un primo momento tanto che dovettero essere riconvertiti a clavicembali dunque con una sorta di downgrade, ma con il passare degli anni l’invenzione fu apprezzata e prese il largo. Ci rimangono tre dei pianoforti che ha realizzato.
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