Google celebra la missione della sonda spaziale Rosetta e del lander Philae che è riuscito ad atterrare con successo – per la prima volta nella storia – sul nucleo di una cometa. Un evento eccezionale che merita la homepage di tutte le divisioni nazionali del motore di ricerca più famoso al mondo, con un logo personalizzato e animato molto carino. Noi italiani abbiamo di che esserne orgogliosi, perché c’è tanto del Bel Paese in questa avventura, da buona parte dei componenti a una grossa fetta di budget messo sul piatto, dalla scelta del nome alla realizzazione vera e propria avvenuta a Torino.
La sonda Rosetta ha salutato il lander Philae questa mattina ed è avvenuto il lento e precisissimo aggancio alla cometa che era stata raggiunta la scorsa estate dopo un viaggio lungo dieci anni, rimbalzando per svariate volte attraverso le orbite dei pianeti del sistema solare. Come in una gara di ciclismo all’americana, la sonda si avvicinava a un corpo celeste, gli dava la mano e poi veniva spinta più velocemente verso la meta fino ad aver finalmente raggiunto la scia della cometa 67/P Churyumov-Gersimenko sulla quale è atterrato il lander a soli 4 centimetri dal punto previsto.
LA SONDA ROSETTA COMPIE LA MISSIONE, LANDER ATTERRATO
L’ESA ha seguito col fiato sospeso le operazioni che arrivavano con circa mezzora di ritardo visti i 500 milioni di chilometri necessari al segnale per giungere sulla Terra. Ma tutto è andato bene e a Colonia si è esultato quando il lander si è posato – in modo delicato e dolce si dice – sul nucleo, come confermato dal responsabile delle operazioni della missione Rosetta, Andrea Accomazzo. È stato chiamato Agilkia il sito di atterraggio della sonda. Sono anche arrivati i primi dati dalle analisi che si stanno svolgendo in tempo reale grazie alla strumentazione a bordo.
L’AVVICINAMENTO DELLA SONDA ALLA COMETA
È così emerso che la cometa sia più vecchia del previsto e più polverosa, probabilmente originaria della stessa regione dalla quale si sono formati i pianeti come la nostra Terra. Almeno queste sono le prime info giunte dalle analisi dei granuli di polvere effettuati dalla strumentazione tricolore Giada (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator). I grani sono grandi circa un decimo di millimetro e sono meno ricchi di ghiaccio di quanto si presupponesse.
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