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Categories: Tecnologia

Google Instant Content, una minaccia per i giornali digitali?

Il Wall Street Journal ha pubblicato, qualche giorno fa, una notizia che dichiarava come Google stesse lavorando ad una piattaforma multimediale atta alla divulgazione di informazioni. I maggiori giornali mondiali, a notizia condivisa, hanno iniziato a temere per la propria incolumità, in quanto Google, con i tempi correnti, gode di una visibilità migliaia di volte maggiore rispetto ad una qualsiasi altra testata giornalistica. Quali sono le ripercussioni che questa nuova piattaforma avrà sul mondo dell’informazione come lo conosciamo oggi?

La notizia del Wall Street Journal

Come detto nell’incipit, il Wall Street Journal ha dichiarato che Google ha dato il via ad una nuova piattaforma d’informazione, alla quale non è stato ancora dato un nome preciso, ma che gli esperti definiscono “Instant Content” e che consentirà una maggiore facilità nella veicolazione delle informazioni. Per farla in breve, un sito di informazione potrà caricare post per un massimo di 14.400 parole ed un massimo di 10 immagini su Instant Content e Google provvederà a dar visibilità a questo determinato post.

Il problema è sorto, però, quando si è venuti a conoscenza del fatto che, una volta che l’utente avrà cliccato sulla notizia, non sarà indirizzato verso il “sito sorgente”, ma resterà nella nuova piattaforma Google, togliendo, di conseguenza, visibilità a chi ha caricato il post. L’elemento resterà online per un massimo di 7 giorni e potrà essere condiviso con tutti i social network più in voga, come una vera e propria “informazione di massa”. La piattaforma, per ora, non è ancora completa ed un portavoce di Google ha dichiarato che “stanno ancora lavorando all’aspetto ed alle sensazioni che darà questo nuovo progetto, cercando di migliorare le potenzialità ed i vari casi in cui sarà utile”. Il tutto, fino ad ora, è in fase di test, per cui non sappiamo pronunciarci sull’effettiva messa online del servizio.

Quali sono le ripercussioni?

Immaginiamo questo “Instant Content” come un’enorme fumetteria provvista di qualsiasi tipo di giornaletto, che vi permetta di leggerli comodamente per tutto il tempo che vorrete. Da utenti quali siamo, non vediamo altro che vantaggi nell’avere tutte le informazioni possibili ed immaginabili tenute in un singolo luogo, ma provate ad immaginare l’impatto che tutto ciò potrà avere sulle singole testate giornalistiche, digitali e non. Perché andare al negozietto per comprare il pane se il mega centro commerciale sotto casa mi offre una scelta pressoché illimitata di cibo?

Il dramma delle testate giornalistiche

Quando i primi giornali furono stampati, gli editori trovavano ogni modo per risparmiare sulla carta e sceglievano le notizie migliori, più accattivanti e più interessanti per far sì che il pubblico, il giorno dopo, tornasse ad acquistare un numero di quella determinata testata e, quindi, avere un tornaconto economico per portare avanti l’intero progetto. Con l’enorme afflusso di informazioni che ogni giorno viene divulgata su internet, luogo molto più semplice da raggiungere con gli smartphone e con i PC rispetto all’edicola sotto casa, anche la più forte fedeltà verso una testata viene meno perché, diciamoci la verità, il tempo, al giorno d’oggi, in un mondo che si muove veloce come le informazioni, manca ed è molto più comodo raggiungere un’informazione con la pressione di un tasto rispetto all’andare ad acquistare un giornale che la sera stessa sarà cestinato.

I numeri

La visibilità è una cosa importantissima per un sito di’informazione. Google con questa nuova piattaforma riuscirà quindi a togliere tantissima visibilità a giornali digitali e cartacei. Per mettere il tutto in termini pratici, ogni giorno vengono effettuate circa 18,2 miliardi di ricerche su Google e circa la metà di quelle ricerche indirizza le persone verso i siti di informazione che hanno divulgato la notizia ricercata. Immaginiamo ora che quelle 9 miliardi di ricerche siano “intrappolate” in questa nuova piattaforma e che, improvvisamente, le sorgenti di quelle informazioni non ricevano più il traffico che spetta loro, pur avendo divulgato la notizia per la quale era partita la ricerca. Gli effetti potrebbero essere disastrosi.

In conclusione, non sappiamo come questa vicenda andrà a finire, ma siamo certi che, se questo nuovo progetto dovesse andare in porto, da esseri umani quali siamo, sceglieremmo la via più facile per ottenere un’informazione e la cosa, ad essere totalmente sinceri, ci spaventa non poco.

Gianmaria Della Paolera

Gianmaria Della Paolera è stato collaboratore di Nanopress dal 2015 al 2017, occupandosi principalmente di tecnologia, sicurezza informatica, innovazione tecnologica.

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