Google dovrà pagare circa 392 milioni di dollari a ben 40 stati americani, con l’accusa di aver localizzato alcuni utenti senza autorizzazione.
A quanto pare infatti le persone coinvolte, erano convinte di aver disattivato l’opzione per la localizzazione all’interno delle impostazioni del cellulare. In realtà però la piattaforma continuava a rintracciarli.
La multa a Google a causa delle localizzazioni senza autorizzazione
Dunque il motore di ricerca maggiormente utilizzato a livello mondiale, ha attualmente un conto in sospeso con ben 40 stati americani.
Google infatti ha accettato di pagare circa 392 milioni di dollari, con l’accusa di aver localizzato senza autorizzazione alcuni utenti. A quanto pare, nonostante i soggetti coinvolti avessero disattivato l’opzione che permetteva alla piattaforma di localizzarli, il processo avveniva ugualmente.
Per fare ciò Google ha ingannato i consumatori, facendo passare i loro dispositivi mobili per ricettori di pubblicità indirizzata e collegata ai vari luoghi in cui si trovavano gli utenti.
A siglare l’accordo sono stati i procuratori dei vari stati. Questo è considerato il più grande accordo degli Stati Uniti riguardante l’ambito della privacy in internet.
A riportare la notizia è stato il New York Times. Sulla base di quest’accordo, dopo ciò che è accaduto, il grande motore di ricerca dovrà necessariamente rendere più chiare e limpide le procedure sul tracciamento degli utenti, a partire dal 2023.
La geolocalizzazione dei dispositivi
Al giorno d’oggi, con l’evoluzione della tecnologia, nascono sempre nuove opzioni, volte a migliorare la qualità dei servizi offerti dai vari dispositivi o siti internet. Tra questi vi è sicuramente la geolocalizzazione. Questa è attivabile su qualsiasi smartphone attraverso le impostazioni.
Questa permette di ottenere qualsiasi tipo d’informazione rispetto ai luoghi, ristoranti e locali sulla base della propria posizione.
Nel caso in cui però si decidesse di disattivarla, tutte le piattaforme adibite alla fornitura di informazioni, sono obbligate a cessare il tracciamento della posizione. Se al contrario non dovessero farlo, si intercorrerebbe in una vera e propria violazione della privacy, sanzionabile penalmente.
Questo è ciò che è accaduto agli utenti di ben 40 stati americani, di seguito al comportamento messo in atto da Google. Il famosissimo motore di ricerca, oltre a dover rispondere del crimine di violazione della privacy, attraverso il pagamento di un’ingentissima multa, dovrà rendere più limpidi i processi di localizzazione utilizzati dai vari server.
L’accordo concluso con i procuratori americani rappresenta un grande colpo per la piattaforma e soprattutto una conferma che dietro i social si nasconde un vero e proprio mondo sommerso.