Gordon Ramsay di Cucine da Incubo: dopo lo show il 60% dei ristoranti ha dichiarato fallimento

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Gordon Ramsay ha detto addio a Cucine da Incubo. Adesso spunta un’amara verità, perché più del 60% dei ristoranti protagonisti dello show ha dichiarato fallimento. Dal canto proprio, il padre di uno dei reality show più seguiti in ogni parte del mondo è arrivato alla conclusione che bisognava dire addio. Lo show ha chiuso dopo 10 anni, che lo stesso Gordon Ramsay definisce fenomenali. Ha affermato di aver realizzato 123 episodi e di aver visitato ogni parte del globo. I guadagni sono stati tanti, perché il format è stato venduto a 150 Paesi.

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Tuttavia Gordon Ramsay ha sentito il bisogno di chiudere. Lo show si basava sul salvare dal fallimento decine e decine di ristoranti in tutto il mondo, ma evidentemente le cose non sono andate per il verso giusto e, dopo la chiusura della trasmissione, si scopre che l’impegno e l’aiuto di Gordon Ramsay non sono serviti a molto.

In tanti anni di messa in onda il programma tv ha fatto vedere quelli che si possono definire veri e proprio scenari da incubo, dei ristoranti in mano a dei proprietari che speravano di attirare i clienti anche proponendo cibi precotti e mal conservati. A volte anche gli ambienti in cui si accomodavano i clienti erano di cattivo gusto.

Gordon Ramsay, però, con le sue strategie è riuscito a salvare le varie situazioni, cercando di far ragionare i proprietari e regalando loro un finale molto più felice. Dopo la chiusura della trasmissione televisiva, sui social sono stati molti i commenti che sono stati rivolti a Gordon Ramsay. Alcuni sicuramente sono stati di dispiacere, ma altri hanno dimostrato come, a volte, tutto ciò che ha fatto Gordon Ramsay per salvare i locali sia servito a ben poco.

Sarà perché le situazioni vanno in un certo modo, sarà perché è difficile far cambiare idea ai proprietari. In ogni caso si è visto che il 60% dei ristoranti americani salvati da Cucine da Incubo ha dichiarato fallimento. E’ stata stilata anche una lista per tutte le stagioni. Scorrendola, a parte qualche caso eccezionale, si vede come la maggior parte dei locali abbia dovuto chiudere i battenti.

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