La popolazione dei gorilla rischia seriamente di scomparire: a lanciare l’allarme è il Wwf, che nei prossimi giorni farà partire una campagna interamente dedicata a questi animali che sono a rischio estinzione sia per l’insorgenza di nuove malattie, come il virus Ebola, sia per la deforestazione, che oltre ad aumentare il rischio di catastrofi naturali riduce l’habitat di tante specie viventi.
Secondo i dati a disposizione diffusi dal Wwf, la popolazione dei gorilla si è ridotta dell’80 per cento, e ‘alcune popolazioni sono del tutto sparite, mentre la sottospecie del gorilla occidentale denominato il gorilla ‘Cross River’, che vive in una piccola area di foreste tropicali di altitudine collocate tra i 1.500 ed i 3.500 metri di altitudine in una zona tra Nigeria e Camerun, conta appena 250-300 individui‘, afferma in un comunicato l’associazione. Oltre alla deforestazione, al taglio illegale di alberi alimentato dalla volontà di sfruttare le risorse del sottosuolo, non va sottovalutato nemmeno l’effetto del bushmeat, ovvero il commercio di carne di animali selvatici, che soprattutto in alcune zone dell’Africa è molto fiorente.
Anche la carne di gorilla infatti è molto richiesta nei mercati clandestini, e rappresenta una minaccia ulteriore per questi animali, così prossimi a noi uomini, che sembrano avere un destino segnato, a meno che l’impegno di tutti coloro che hanno a cuore le tematiche ecologiste ed animaliste non spingeranno chi di dovere ad attuare una politica di tutela per salvaguardare i gorilla dall’estinzione. Nel 2016 anche Wildlife Conservation Society ha pubblicato un report nel quale denuncia il rischio di estinzione dei gorilla: leggendo i dati pubblicati emerge che gli esemplari che popolano l’Africa centrale sono ridotti ad appena 3800 unità mentre sino al 1995 vi erano all’incirca 17mila esemplari. Non solo il mercato della carne rientra tra le cause della decimazione della popolazione dei primati: alcune specie di gorilla vivono principalmente nella regione dei Grandi Laghi, situata soprattutto in Congo, ricca di columbite e tantalite, da cui deriva il coltan, la polvere che permette il funzionamento delle apparecchiature elettroniche, ed una delle principali cause della diminuzione del numero di esemplari è dovuta proprio all’espansione delle miniere artigianali di coltan e altri minerali, situate in aree così remote che i lavoratori spesso cacciano la fauna locale per cibarsi.
Anche per questo il Wwf ha deciso utilizzare il suo peso di associazione stimata e riconosciuta in tutto il mondo per raccogliere donazioni a favore di questi animali: il loro futuro dipende anche da noi.