Ieri sera il Senato ha votato per la fiducia all’esecutivo di Giuseppe Conte. Con 156 voti a favore e 140 contrari (più 16 astenuti, principalmente da Italia Viva), il governo ha passato questa prova, ma la strada sembra essere ancora lunga.
Lo scontro all’ultima udienza tra Renzi-Conte
Durante i dibattimenti che hanno preceduto il voto è stato scontro aperto tra il leader di Italia Viva Matteo Renzi e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il primo ha profetizzato una “maggioranza raccogliticcia” (che, in effetti, si è realizzata). Il secondo ha invece spostato il dibattitto su scuola, Ristori, Recovery, ringraziando i suoi ministri il lavoro svolto, non senza riferimenti a Iv comunque. Conte ha sottolineato che i renziani avrebbero abbandonato il dibattito, scegliendo “la strada dell’aggressione”.
Salvini sposta i temi del dibattito
Aggressione che arriva anche da un altro leader politico: Matteo Salvini ha preso parola per esprimersi sull’operato dell’esecutivo che avrebbe reso l’Italia “il Paese con il maggior numero di decessi pro capite e la più bassa ripresa del Pil”. Il leader leghista ha poi parlato di politiche sociali (aborto, famiglia, legalizzazione della cannabis), ottenendo un’ondata di dissenso dall’aula esprimendosi anche sui senatori a vita (“Grillo diceva che i senatori a vita “non muoiono mai o muoiono troppo tardi”. Che coraggio che avete ragazzi senatori a vita”).
La fiducia: 156 sì, 140 no, 16 astenuti
Come già preventivato i senatori di Italia Viva hanno optato per una astensione in blocco. L’esecutivo di Giuseppe Conte riesce però ad ottenere comunque la fiducia del Senato con 156 voti favorevoli. A spostare l’ago della bilancia sette voti che Renzi e Salvini giudicano comprati in cambio di poltrone.
Il caos di Lillo Ciampolillo: ricorso al Var
Ha fatto sicuramente scalpore il ruolo del senatore ex pentastellato Lillo Ciampolillo, seguito a ruota da Riccardo Nencini del PSI. Assente alla prima chiama, Ciampolillo sembrava assente anche alla seconda. La presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati chiude le votazioni, ma Ciampolillo fa il suo ingresso in aula chiedendo di esprimersi.
Nel caos, la presidente Casellati chiede di vedere il video della votazione del senatore Ciampolillo: “È l’assistenza video, il Var”, ironizza qualcuno.
Alla fine il voto dell’ex-M5S del gruppo Misto viene accettato: valido anche il suo “sì”.
Renzi: “Disposti ad un governo di unità nazionale”
Dopo la votazione in Senato, Matteo Renzi è stato ospite a Porta a Porta, dove ha parlato della raccolta voti di Conte: “C’è stato un calcio mercato lunghissimo e alla fine numeri decisamente deludenti. Un Paese in crisi non si governa con questi numeri. Noi siamo assolutamente disposti a discutere di tutto, tranne con la la destra. Anche di un governo di unità nazionale…ci sono tante possibilità ma Conte pensa più alla poltrona che al Paese”.
Salvini e Meloni: “Pronti ad andare ad elezione”
“Se hanno qualche voto in più è grazie a due di Forza Italia che hanno votato come i 5s e hanno votato i senatori a vita“, ha dichiarato dopo il verdetto il leader della Lega, Matteo Salvini, al quale di uniche anche Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia. Il centrodestra, infatti, si dice pronto ad andare ad elezioni, ma l’unità del fronte azzurro non sembra così compatta.
Due dei voti “decisivi” per la fiducia a Conte, infatti, sono arrivati da Causin e Rossi, senatori di Fi. “Sono fuori dal partito: votare con il governo in questo caso non è una questione di coscienza“, ha poi dichiarato Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia.