Quali sono gli scenari più probabili per il Reddito di Cittadinanza, con l’insediamento del nuovo governo di centrodestra.
Il governo Meloni, in vista della nuova legge di bilancio, potrebbe recuperare risorse proprio dal reddito di cittadinanza. Una delle ipotesi sarebbe quella di levare il sostegno dopo il primo rifiuto a un’offerta di lavoro “congrua”.
Aveva diviso la sinistra, il Movimento Cinque Stelle stesso, ed è stato un punto nevralgico della campagna del centrodestra. Il Reddito di Cittadinanza, arrivato nel primo esecutivo di Conte e fortemente voluto e difeso dall’ex Presidente del Consiglio, rischia seriamente di essere debellato dal nuovo governo.
Del resto Giorgia Meloni è sempre stata chiara durante le sue ultime uscite su tali tipologie di contributi, dicendosi a sfavore di un sostegno che non incentiva la popolazione a trovare lavoro.
Quella che era stata la misura simbolo del partito di Beppe Grillo, fiera creazione di Luigi Di Maio, era stato vero e proprio pomo della discordia durante la “scissione” di quest’ultimo dal suo vecchio partito, e adesso potrebbe essere usato dal nuovo governo per recuperare risorse in vista della nuova delicatissima legge di bilancio.
Dette delle difficoltà di quello che sarà l’esecutivo meloniano, per questioni di tempo e per la grande quantità di problematiche a cui far fronte, il reddito potrebbe essere dunque tolto ai cittadini dopo la prima offerta di lavoro rifiutata.
E’ una delle ipotesi trapelate in queste concitate settimane che precedono l’insediamento del nuovo governo dopo la schiacciante vittoria dello scorso 25 settembre.
E’ stata un’importante fonte di sostegno per le famiglie in difficoltà, anche in periodo di pandemia. Adesso il reddito di cittadinanza subirà, verosimilmente, diversi correttivi con la nuova maggioranza di centrodestra.
Misura che non dovrebbe essere abolita, ma dovrebbero essere migliorate le fasi di ricerca del lavoro. Secondo gli ultimi dati Anpal, i beneficiari dell’rdc sono 920mila. Nonostante i tentativi durante il primo Dl aiuti di far decade il sostegno dopo un rifiuto di un’offerta congrua, tramite segnalazione al centro per l’impiego, tali provvedimenti non sono mai stati attuati.
Berlusconi, Salvini e Giorgia Meloni sarebbe d’accordo su una revisione, slogan e campagne elettorali ormai terminate, mentre c’è chi sostiene all’interno della coalizione ancora l’abolizione.
Per il 2023 ancora il reddito sarà salvo, visto che pensare di sostituirlo con altri tipi di sussidi e lasciare milioni di famiglie per mesi senza sostegni sarebbe francamente impensabile.
Rimane la possibilità concreta di una modifica, con revoca dopo il primo rifiuto dopo offerta congrua. Al momento il reddito medio erogato ammonta a 549 euro a persona. Circa il 20% dei percettori ha un lavoro precario, due terzi sono invece disabili, minori e cittadini che non hanno mai lavorato.
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