Grande Guerra: 100 anni fa l’Italia entrava nella Prima Guerra Mondiale, al via il Museo Diffuso

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E’ arrivato all’Altare della patria il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per deporre una corona in occasione dei cento anni dall’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale. Durante le note del Silenzio, si è raccolto in un minuto di riflessione sulle vittime del primo conflitto mondiale, la Grande Guerra. Con lui la ministra della Difesa, Roberta Pinotti. Per ricordare la prima guerra mondiale, il Governo ha dato vita a un progetto di ‘museo diffuso‘ su tutto il territorio nazionale, grazie ad un’iniziativa di cooperazione tra le varie istituzioni. Vediamo qualche dettaglio.

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Alla fine del periodo di commemorazioni, che avverrà nel 2018, l’insieme di questi interventi andrà a formare il ‘Memoriale della Grande Guerra‘. Si tratta di un progetto integrato, sistemico, un luogo narrativo e didattico, che è allo stesso tempo fisico e virtuale, una vera e propria ‘Rete della memoria‘.

Questa trama di luoghi è composta da siti, tracciati, monumenti da studiare, ma anche da restaurare, conservare, valorizzare, e da musei e spazi espositivi che, attraverso nuovi percorsi narrativi e nuovi sistemi di presentazione dei materiali, siano in grado di raccontare momenti e storie significative della nostra vicenda nazionale e della Prima Guerra mondiale.

Siano in grado di raccontare questa storia anche, e soprattutto, alle giovani generazioni distanti mentalmente e cronologicamente da quei fatti, che spesso leggono solo sui libri di scuola nozioni e date senza capire che ”a ogni attacco si realizzava una carneficina” (parole di Mattarella) e che la vita di trincea era tremenda: era fatta di fango, pioggia, parassiti, malattie e attese lente e snervanti.

Sono nove in particolare i siti sottoposti a lavori di restauro: sei sacrari in Italia (Redipuglia, Cima Grappa, Asiago, Montello, Caduti d’Oltremare, Oslavia) e tre all’estero (Bligny in Francia, Mauthausen in Austria, Caporetto in Austria).

Che il ricordo non sbiadiscaIl conflitto 1914-18 fu una tragedia immane che poteva essere evitata. La guerra, ogni guerra, porta sempre con sé sofferenza, distruzione e morte. I caduti, di ogni nazione e di ogni tempo, ci chiedono di agire, con le armi della politica e del negoziato, perché in ogni parte del mondo si affermi la pace. Si tratta del modo più alto per onorare, autenticamente commossi, il tanto sangue versato su queste pendici martoriate. E’ questo il monito, severo e accorato, che tutti avvertiamo, qui, sul San Michele”. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo a San Michele del Carso alla cerimonia per il centenario, ha ricordato: ”In Italia, nonostante sia passato un secolo, la memoria di quella guerra, la ‘grande guerra’, è ancora sentita. Non c’è Comune, per piccolo che sia, che non abbia il suo monumento ai caduti. Non c’è famiglia che non abbia una storia da raccontare o da tramandare. Rivestono grande significato i tanti progetti di ricerca su quegli anni di guerra impostati e realizzati da giovani studenti. Il ricordo di tanto sacrificio non deve sbiadire. Le atroci sofferenze, inflitte e ricevute, non devono essere rimosse”.

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