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Gli anni passano ma è impossibile dimenticare la tragedia di Superga che segnò la fine del Grande Torino. Oggi è l’anniversario di uno dei momenti più tragici e drammatici della storia del calcio nostrano. Esattamente 69 anni (il 4 maggio 1949) ci fu la fine del Grande Torino, con l’aereo della squadra granata, di rientro da Benfica, che si schiantò contro i muraglioni di sostegno del giardino posto sul retro della Basilica di Superga. In quel tragico pomeriggio tutti i giocatori di quella invincibile squadra persero la vita. Un momento terribile che sconvolse l’Italia intera per la dinamica dell’incidente. Il trimotore FIAT G. 212, delle Aviolinee Italiane, entrò in una fitta nebbia e, con visibilità nulla il pilota, perse il controllo fino al tremendo impatto. Oggi vogliamo ricordare quella fantastica squadra che fece incetta di scudetti e titoli.
Il grande Torino prefazione
In quel tragico 4 Maggio 1949 persero la vita 31 persone tra calciatori, staff, giornalisti ed equipaggio presenti sull’aereo. Fu la fine di una squadra divenuta leggenda negli anni ’40. In otto stagioni i granata vinsero cinque scudetti, una Coppa Italia e quella formazione fu considerata una delle più forti in assoluto. In quel tremendo pomeriggio tutto il mondo pianse le vittime. Il giorno dei funerali ci fu quasi un milione di persone in piazza a Torino per dare l’ultimo saluto a quella grande squadra.
La storia e i protagonisti
La leggenda del “Grande Torino” partì con l’arrivo del presidente Ferruccio Novo nell’estate del 1939. L’industriale decise di seguire il modello inglese, considerato all’avanguardia in quel tempo, e gestì la società in modo imprenditoriale con fidati collaboratori. Il primo grande acquisto fu il talentuoso diciottenne Franco Ossola. Quest’ultimo divenne uno dei perni della squadra e fu decisivo per la vittoria degli scudetti. Dopo la Guerra e qualche anno di assestamento, il Torino sembra essere pronto per vincere. Nel 1942 il presidente Novo bussa alla porta del Venezia e acquista Valentino Mazzola e Ezio Loik per 1.400.000 di lire. Da quel momento nacque il “Grande Torino” che vinse subito lo Scudetto nel ’43 sotto la guida dell’ungherese Kuttik. Dopo la Guerra che devastò l’Italia, tornò anche il calcio e i granata, dal 1946 al 1949, conquistarono altri quattro scudetti consecutivi. La formazione tipo del Torino 1948/1949: Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar (Martelli), Rigamonti, Castigliano, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola. Allenatore: Lievesley, Direttore Tecnico: Egri Erbstein.
La Tragedia
Poi la tragedia del 4 Maggio, nella quale perse la vita tutta la squadra che era formata da grandi campioni italiani. Il trimotore FIAT G. 212, delle Aviolinee Italiane, entrò in una fitta nebbia e con visibilità quasi nulla il pilota perse il controllo del velivolo fino al tremendo impatto. La scarsa visibilità, unita alla poca illuminazione della zona, furono decisivi per l’incidente. Dopo quella tragedia, la Nazionale italiana decise di andare in Brasile in nave.
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