Il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, parla a margine dell’arresto del superlatitante Pasquale Bonavota, tra i ricercati di ‘ndrangheta ritenuti di massima pericolosità.
Secondo quanto spiegato da Gratteri a Fanpage.it, la cattura avvenuta poche ore fa a a Genova, ad opera dei carabinireri del Ros, sarebbe stata resa possibile proprio dalle intercettazioni telefoniche nell’ambito di una lunga e complessa indagine.
L’arresto di Pasquale Bonavota, firmato dai carabinieri del Ros poche ore fa, arriva a sigillare un’altra importante vittoria dello Stato sulla criminalità organizzata.
Volto di spicco della ‘ndrangheta, oggi 49enne, Bonavota era tra gli ultimi 4 superlatitanti più pericolosi dopo la cattura di Matteo Messina Denaro (avvenuta il 16 gennaio scorso).
Bonavota, nella rosa di nomi del “programma speciale di ricerca” del Ministero dell’Interno, è stato preso a conclusione delle indagini condotte dal Ros e dai Comandi provinciali dei carabinieri di Vibo Valentia e Genova, dirette dalla Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri.
Bonavota risultava ricercato e destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell’ambito dell’inchiesta “Rinascita-Scott” del Ros, l’ultimo ancora in latitanza dei soggetti coinvolti nell’operazione.
È ritenuto responsabile di associazione mafiosa, riporta Ansa, quale promotore della cosca omonima rientrante nella locale di ‘ndrangheta di Sant’Onofrio.
Nicola Gratteri, il procuratore di Catanzaro che ha coordinato le indagini che hanno portato alla cattura di Pasquale Bonavota, ha parlato dell’operazione conclusa con successo ai microfoni di Fanpage.
Gratteri ha spiegato come si è arrivati a scoprire che il superlatitante si nascondeva a Genova: “Grazie alle intercettazioni telefoniche, quelle che si dice non servano“.
L’attività investigativa si sarebbe servita inoltre di pedinamenti, analisi del traffico telefonico e delle chat, lavoro che avrebbe permesso agli inquirenti di risalire ai profili di tutti i fiancheggiatori.
Fino all’arresto di poche ore fa, il profilo di Pasquale Bonavota, nato a Vibo Valentia il 10 gennaio 1974, era nella rosa dei quattro superlatitanti più pericolosi dopo la cattura di Messina Denaro.
Resta ricercato Attilio Cubeddu (Anonima sequestri sarda), nato il 2 marzo 1947 ad Arzana (Nuoro) e latitante dal 1997 dopo il mancato rientro, al termine di un permesso, nella Casa Circondariale di Badu ‘e Carros dove era ristretto per omicidio, sequestro di persona e lesioni gravissime.
Ancora latitante Giovanni Motisi (mafia), nato il 1° gennaio 1959 a Palermo eo ricercato dal 1998 per omicidio, dal 2001 per associazione mafiosa e dal 2002 per strage e altri reati per cui deve scontare l’ergastolo.
Tra i latitanti di massima pericolosità ancora a piede libero c’è infine Renato Cinquegranella (camorra),nato il 15 maggio 1949 a Napoli e ricercato dal 2002 per associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso in omicidio, detenzione e porto illegale di armi, estorsione e altri reati.
Il 7 dicembre 2018 erano state avviate le ricerche in campo internazionale di Pasquale Bonavota (‘ndrangheta), ricercato dallo stesso anno tra l’Italia e il resto del mondo per associazione di tipo mafioso e omicidio aggravato in concorso.
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