Aleksander Ceferin è stato rieletto oggi per il terzo mandato come presidente della Uefa, che guiderà per altri 4 anni.
Nel corso della conferenza stampa di oggi ha confermato gli altri nomi della direzione, fra cui Gabriele Gravina come vicepresidente e la gallese Laura McAllister eletta per il medesimo ruolo di quest’ultimo. In realtà non è una clamorosa notizia perché il dirigente sloveno era un nome scontato dal momento che non si è presentano nessuno sfidante.
A Lisbona durante il 47esimo Congresso Ordinario, è stato votato il candidato unico Aleksander Ceferin per ricoprire ancora una volta il ruolo di presidente della Uefa. Poco dopo l’elezione del 55enne sloveno è stata confermata quella del vicepresidente italiano Gabriele Gravina, numero uno Figc.
Oltre al suo nome sono state elette alcune cariche per ricoprire sette ruoli nel Comitato Esecutivo, mentre Laura McAllister è stata eletta per il ruolo riservato a una donna all’interno dello stesso Comitato e in poche parole insieme a Gravina sono entrambi vicepresidenti Uefa. Infine è stata eletta Debbie Hewitt come vicepresidente Fifa.
Ma concentriamoci sulla figura del nostro connazionale, parliamo di Gabriele Gravina, presidente della Figc, che oggi ha ottenuto insieme alla collega gallese una carica importante e un bel riconoscimento per lui e per l’Italia.
Gravina è originario di Taranto e si occupa di calcio dagli anni Ottanta, prima come accademico e poi con attività imprenditoriali e dirigenziali. Nel 2015 è diventato presidente della Lega Italiana Calcio Professionistico, incarico da cui si è dimesso nello stesso anno in cui poi guiderà la Figc, ovvero il 2018.
Nel 2021 viene eletto nell’Esecutivo della Uefa, oggi appunto il salto di qualità ma c’è da sottolineare anche un fatto curioso della carriera di Gravina. Durante la sua presidenza la nazionale italiana vince gli Europei ma clamorosamente fallisce la qualificazione al campionato del mondo che si sarebbe dovuto svolgere in Qatar e questo avviene per la seconda volta consecutiva, evento mai successo nella storia della nostra nazionale.
Ceferin è a capo dell‘ente che governa il calcio europeo, dal 2016 e questa è la sua terza nomina che durerà fino al 2027. Ci sarà quindi lui a presiedere la Uefa nei prossimi anni in cui si terranno gli Europei nel 2024 e i Mondiali due anni dopo in America.
Dopo l’elezione lo sloveno ha preso la parola salendo sul palco di Lisbona dove ha fatto un bilancio e tracciato le linee per il futuro.
“la nostra missione è proteggere il calcio, siamo stati eletti e abbiamo il dovere di dare l’esempio. nessuno di noi deve dimenticarlo”
ha detto davanti a una folla acclamante.
“il calcio europeo ha una storia unica di successo. il nostro modello è basato sul merito sportivo e non può essere acquistato ma solo guadagnato”
questo il passaggio con cui ha criticato il progetto Superlega, tenuto ancora a galla da Real Madrid, Barcellona e Juventus.
Il presidente non è entrato nei dettagli del piano portato avanti dalle tre squadre ma ha definito la Superlega come un personaggio di Cappuccetto Rosso, un lupo vestito da nonna che ti vuole mangiare.
La carriera di Ceferin come presidente Uefa inizia nel 2016, poi arriva il secondo mandato nel 2019 e appunto il terzo oggi. Negli ultimi era candidato unico e il suo nome è comunque molto ben accetto negli ambienti soprattutto per l’impegno contro il progetto di una Superlega calcistica europea.
Ricordiamo che lo sloveno è anche presidente della fondazione Uefa per i bambini, che supporta progetti umanitari in tutto il mondo per tutelare la salute, l’educazione e l’integrazione dei minori.
Nel 2017 è entrato a far parte del movimento caritatevole calcistico Common Goal, devolvendo l’1% del suo stipendio ai progetti dell’associazione e dichiarando che questo è il vero significato del calcio:
“il calcio ha il potere di cambiare il mondo e invito tutte le persone di questa grande famglia a mostrare interesse per le responsabilità sociali e a donare per le cause in cui credono”.
Insomma un uomo risoluto nel rendere questo sport un gioco pulito e nell’utilizzare la risonanza mondiale del calcio come un mezzo di cambiamento e integrazione sociale. Complimenti a lui e a Gravina e che questo sia l’inizio di una collaborazione proficua.
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