I due naufragi sono avvenuti vicino all’isola di Lesbo, in Grecia. Quindici corpi sono stati recuperati nelle scorse ore, ma il bilancio delle vittime è destinato a salire.
All’appello mancano ancora circa 80 naufraghi. Il secondo naufragio sarebbe avvenuto nei pressi dell’isola di Kythira. Ad affondare sarebbe stata una barca a vela con a bordo un centinaio di migranti. I dispersi sarebbero diverse decine.
Strage di migranti in Grecia: 15 morti
Non si ferma la strage di migranti nelle acque del Mediterraneo. Nelle scorse ore un barcone è naufragato vicino all’isola di Lesbo, in Grecia. A bordo dell’imbarcazione c’erano una 40ina di persone, tutte donne per la gran parte.
L’imbarcazione sarebbe affondata per via delle avverse condizioni meteo, che hanno colpito la zona. I corpi senza vita recuperati finora dalla Guardia Costiera sono 15, tutte donne, presumibilmente di origine africana.
Ancora una tragedia dell’immigrazione. In Grecia,la Guardia costiera ha recuperato vicino all’isola di Lesbo i corpi di 15 migranti,tutte donne, che si trovavano a bordo di un gommone affondato al largo dell’isola. Si ritiene che l’imbarcazione trasportasse circa 40 persone. pic.twitter.com/3fFC71vxEE
— Franco Scarsella (@FrancoScarsell2) October 6, 2022
I loro corpi sono stati recuperati al largo delle coste greche.
Un secondo naufragio sarebbe invece avvenuto al largo dell’isola di Kythira. Ad affondare sarebbe stata una barca a vela con a bordo un centinaio di migranti. Al momento si parla di una 80ina di dispersi, mentre 20 persone sono state tratte in salvo e riportate a terra al porto di Diakofti. Diversi residenti sarebbero accorsi per offrire aiuto e beni di prima necessità ai naufraghi.
Nella zona di Kythira – come riferisce l’Adnkronos – i venti hanno raggiunto la velocità di 102 chilometri orari, il che rende anche difficili le operazioni di salvataggio, che hanno visto un lavoro combinato di navi di mare, polizia e vigili del fuoco.
Incremento del traffico migratorio in Grecia: raddoppiati i salvataggi
Nell’ultimo anno il Paese ellenico ha visto un incremento notevole del traffico migratorio, soprattutto lungo la tratta che dal Libano giunge alle coste greche. I trafficanti scelgono la via più lunga e più pericolosa – evitando di salpare dalla Turchia – per non incorrere nei pattugliamenti nelle acque dell’Egeo, in direzione Italia.
Proprio Kythira, dove si è registrato il secondo naufragio, si trova a circa 400 chilometri a ovest della Turchia e su una rotta spesso utilizzata dai trafficanti per aggirare la Grecia e dirigersi direttamente in Italia.
Secondo i riscontri della Guardia Costiera, sono almeno 1.500 le persone tratte in salvo nei primi 8 mesi dell’anno, più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2021, quando i salvataggi si erano fermati a 600.