Greenpeace occupa una piattaforma petrolifera nel Canale di Sicilia


Gli attivisti di Greenpeace hanno occupato la piattaforma dell’Eni Prezioso, che si trova nel Canale di Sicilia, a 6 miglia dalla costa di Licata, e utilizzata per l’estrazione del petrolio. L’obiettivo è stato quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza che avrebbe il minore ricorso ai fossili come fonte di energia. La nota associazione ambientalista sta cercando di far capire come sarebbe importante, per la sostenibilità ambientale, rivolgersi invece a delle forme alternative di energia, in particolare a quelle rinnovabili.

Gli attivisti, dopo che hanno scalato la struttura, hanno esposto uno striscione, che riporta disegnato il volto di Matteo Renzi ed espone la scritta “Più trivelle per tutti. Stop fossile, go renewable”. C’è anche un secondo gruppo di attivisti, che detiene una zattera di salvataggio ancorata alla piattaforma. I responsabili dell’Eni non hanno ancora portato avanti nessuna reazione. La piattaforma, che tra l’altro è ancora attiva, si trova in una zona interessata dal progetto Ibleo, una strategia estrattiva dell’Eni, che è stata pensata appositamente per il Canale di Sicilia. L’intero progetto prevede due perforazioni e sei pozzi dedicati alla produzione commerciale. Inoltre sarebbe in via di realizzazione una nuova piattaforma, che ha ottenuto la piena autorizzazione da parte del Ministero dell’Ambiente.

Gli attivisti fanno sentire la loro voce proprio contro il Governo, che starebbe appoggiando queste scelte impiantate sulle fonti fossili, in quanto nel decreto Sblocca Italia ha dato il via libera all’espansione delle trivellazioni. Nei pressi della piattaforma Prezioso è stata portata anche la nave a vela di Greenpeace, la Rainbow Warrior III, che è arrivata in Sicilia da pochi giorni. Anche questa nave è stata utilizzata come mezzo di protesta, come simbolo di chi vuole dire no a forme energetiche, che possono contribuire all’inquinamento del pianeta. Il tutto è anche un modo per protestare contro le trivellazioni in mare aperto, che causerebbero dei disequilibri ambientali. La nave di Greenpeace dovrebbe raggiungere Siracusa e qui è previsto un incontro con i parlamentari siciliani, perché Greenpeace possa portare avanti la campagna contro i fossili, che ha come titolo “Non è un Paese per fossili”.

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