Tutti ricordiamo Gregorio De Falco, l’ormai noto comandante che è rimasto famoso per il suo intervento durante il naufragio della Costa Concordia. In quell’occasione quest’uomo ha dimostrato di essere un vero e proprio eroe, richiamando all’ordine Francesco Schettino, sul punto di abbandonare la nave al suo tragico destino presso l’isola del Giglio. Potremmo dire che ha messo in luce di nuovo le sue capacità in un’altra vicenda. De Falco si è distinto nuovamente in un altro caso.
Si è trattato del ritrovamento di un uomo disperso in mare. Quest’ultimo era partito dal porto di Talamone il 29 luglio 2014 con una barca di 7 metri. Il suo obiettivo era quello di raggiungere l’isola del Giglio.
La vicenda
L’uomo partito da Talamone sarebbe dovuto arrivare all’isola del Giglio nella stessa serata del 29 luglio. Le cose erano andate diversamente e l’uomo era finito con il restare disperso in mare. Subito sono iniziate le ricerche da parte della Guardia Costiera. A queste ricerche ha partecipato anche la nave Diciotti, proprio la stessa che si è occupata di scortare la Costa Concordia nel suo ultimo viaggio verso Genova. Non c’era più traccia del disperso ed egli non aveva nemmeno punti di riferimento, perché mancava di telefono e di radio. Anche la sua barca non era stata più vista.
L’uomo è stato ritrovato sano e salvo attraverso le ricerche coordinate dal comandante Gregorio De Falco. La barca era in avaria e il suo conducente era in buone condizioni, anche se in visibile stato di choc. E’ stato recuperato nella zona delle Formiche di Grosseto, che si trova molto più a nord rispetto alla rotta che avrebbe dovuto seguire per giungere all’isola del Giglio.
Il comandante De Falco e la Costa Concordia
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Nella vicenda della Costa Concordia il comandante Gregorio De Falco è riuscito a prendere in mano una situazione che sembrava degenerare. In quell’occasione ha dimostrato una grande prontezza, che è stata determinante per porre rimedio ad una situazione molto drammatica. Tutti ricorderanno la telefonata fra De Falco e Schettino. De Falco, con estrema professionalità, aveva chiesto al comandante Schettino delle spiegazioni riguardo a ciò che stava succedendo, perché, all’inizio del disastro, la situazione non appariva molto chiara.
Ad un certo punto cominciò a profilarsi l’idea che Schettino avesse abbandonato la nave, non coordinando le operazioni e lasciando i passeggeri della nave da crociera al loro destino. E poi la celebre frase: “Vada a bordo!”. Forse ad alcuni quella frase è sembrata troppo istintiva, ma si è trattata della reazione di un uomo e di un professionista che richiamava al suo dovere un altro uomo, che in quella circostanza non era stato all’altezza di fare ciò che gli competeva.
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