Era la notte del 14 giugno 2017 quando un devastante rogo aggredì la Grenfell Tower di Londra. Il grattacielo di oltre 20 piani fu distrutto dall’incendio in cui morirono 72 persone tra cui i giovani italiani Gloria Trevisan e Marco Gottardi. Il punto sulle indagini.
A perdere la vita furono 72 persone, intrappolate in quell’inferno di fumo e fiamme che nella notte di 5 anni fa devastò la torre londinese di 24 piani.
È il quinto anniversario della tragedia della Grenfell Tower, la torre di 24 piani distrutta da un devastante incendio in cui persero la vita 72 persone tra le quali i giovani italiani Gloria Trevisan e Marco Gottardi, da qualche mese a Londra per lavoro.
Le drammatiche immagini della torre trasformata in una torcia nell’area ovest della capitale fecero il giro del mondo e restano impresse tra le pagine più terribili della cronaca inglese.
Secondo quanto finora ricostruito, il rogo sarebbe divampato a causa di un congelatore difettoso. Le fiamme si sarebbero estese velocemente all’intero edificio, finendo per trasformarlo in uno scheletro.
L’inchiesta potrebbe concludersi entro la prossima estate, ma le indagini sulla tragedia non sarebbero prive di criticità che le stesse famiglie delle vittime, tra cui quelle dei ragazzi italiani morti nel rogo, avrebbero evidenziato a più riprese in attesa di avere giustizia.
La manutenzione del grattacielo non sarebbe stata condotta adeguatamente e occorrerà ancora del tempo, verosimilmente quasi un altro anno, per arrivare a un processo che punti all’accertamento delle responsabilità in merito all’accaduto.
Sarebbero oltre 100 i quesiti a cui il lavoro degli inquirenti è chiamato a dare una risposta, ancora oggi assente. Dalle tempistiche di intervento dei soccorsi alle eventuali negligenze e carenze nella messa in sicurezza dell’edificio, i familiari delle 72 persone decedute nell’incendio attendono di conoscere la verità sui fatti di quella notte.
Al Corriere della Sera, i genitori di Gloria Trevisan e Marco Gottardi, i ragazzi veneti morti nel rogo, sottolineano le lungaggini di un’attività investigativa che, ancora oggi, non ha reso giustizia ai loro figli e a chi, come loro, ha perso la vita.
Lo stabile verrà demolito e al suo posto sorgerà un “Ground Zero” come nel sito delle Torri Gemelle di New York. Un modo per ricordare le vittime la cui memoria, da 5 anni, è immersa nel limbo di indagini non ancora concluse.
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