“Alla fine qualche cavolata l’abbiamo fatta anche noi, ma andremo avanti“. Chi si aspettava una rivoluzione nel M5S travolto dal caos romano rimarrà deluso. Beppe Grillo, dal palco di Nettuno, dove ha partecipato con quasi tutto il direttorio (mancava solo Carla Ruocco) all’ultima tappa del “Costituzione coast to coast tour”, salva Virginia Raggi, la giunta capitolina, Luigi di Maio e tutti i big travolti dal caso Muraro. Il leader del movimento sceglie di parlare alla piazza gremita di gente per ribadire che la Raggi andrà avanti. Nel frattempo, la sindaca di Roma sceglie la sua pagina Facebook e non una conferenza stampa, nonostante i giornalisti siano assiepati da giorni davanti al Campidoglio, per ribadire la fiducia alla sua assessora all’Ambiente, Paola Muraro, chiarendo che stanno ancora aspettando le carte per decidere del suo destino. Al momento, l’unico a saltare è il vice capo di gabinetto Raffaele Marra che, come scrive la prima cittadina, “sarà ricollocato in altra posizione“. Dal palco di Nettuno parla anche Di Maio che ammette di aver sottovalutato la mail perché l’esposto partiva da uno “nominato dal PD”, cioè l’ex dg di Ama Fortini.
“Io sono leggermente euforico. È stata una giornata difficile. La reazione del sistema a noi è una cosa bellissima. Il sistema reagisce compatto a noi“, scandisce dal palco di Nettuno. “Voglio ringraziare quelli che sono stati vicini alla Raggi e l’hanno difesa“, dice il leader del M5S che si mostra dalla parte della sindaca senza se e senza ma. “È dentro una situazione difficilissima e sta reggendo benissimo. Virginia è nella stessa situazione del primo sindaco nero in Mississippi nel 1968. La Raggi andrà avanti e noi vigileremo“, urla l’ex comico. “Ogni tanto qualche cavolata la facciamo anche noi“, dice come unica ammissione di colpa. “Qui c’è la politica sana, qui c’è amore. A loro sembriamo piccoli ma noi voliamo alto“, conclude, prima di far partire le note della canzone ‘Un amore così grande’.
Prima di arrivare a Nettuno Grillo ha parlato al telefono con la Raggi. Nelle ultime 24 ore si prospettavano le dimissioni del “raggio magico”, cioè delle persone a lei vicine; il suo intervento doveva scardinare la posizione granitica della prima cittadina che invece ha resistito, cedendo solo su Marra.
Il POST DELLA RAGGI: “Facciamo chiarezza. Voglio spiegare con semplicità cosa è accaduto o, meglio, cosa sta accadendo. Stiamo aspettando di leggere il fascicolo della procura che riguarda l’assessore all’Ambiente Paola Muraro“, si legge sul post pubblicato su Facebook, le uniche parole dette dalla sindaca dall’audizione in commissione ecomafie. “Lo dico chiaro a tutti: saranno i pm a decidere se c’è una ipotesi di reato o si va verso una richiesta di archiviazione. Non i partiti o qualche giornale. Intanto, l’assessore deve continuare ad impegnarsi per ripulire la città. E si metta fine alle polemiche“, continua. “Non è passato giorno senza che ci sia un attacco, un’accusa. Io ho le spalle larghe e non ho paura“, scrive prima di chiudere con la notizia del “cambio di mansione” per Marra.
LA DIFESA DI DI MAIO: Sul palco di Nettuno ha parlato anche Di Maio, al centro della polemica da ore. Il vicepresidente della Camera ha ribadito dal vivo quanto già scritto su un post di Facebook, parlando di una generica sottovalutazione della mail incriminata perché le indagini sulla Muraro sarebbero partite da un esposto in Procura da parte dell’ex numero uno di Ama “nominato dal PD” che avrebbe presentato “14 denunce” nei confronti della Muraro.
Non fa il nome di Daniele Fortini, ma è chiaro che sta parlando di lui: secondo quanto dichiarato da Di Maio dunque, Fortini avrebbe denunciato la Muraro e dalle sue denunce sarebbe scaturita l’indagine della Procura che, continua di Maio, “potrebbero chiudersi anche con una multa“.
“Ho commesso un errore a sottovalutare la mail. Ho pensato che l’iscrizione nel registro degli indagati venisse da un esposto di uno del PD“, ripete, spiegando di non averlo detto agli altri membri del direttorio perché sotto c’era lo zampino di una persona scelta dai dem.
Anche sulla stampa riprende quanto detto con il post sul social network. “Quando c’era Mafia Capitale i giornalisti che ora si accaniscono contro di noi, dov’erano? Alle Olimpiadi?“, chiosa. Ammette che la Muraro è indagata per “gestione di rifiuti non autorizzata” e ripete come un mantra che non hanno le carte e che finché non le leggeranno, l’assessora rimarrà al suo posto.