Ormai ex detenuto di Guantanamo liberato dopo 20 anni. Andrà in Belize. Ha raccontato delle torture subite. Finito nella struttura per aver fornito aiuto al terrorismo.
Restano ancora in 34 nel penitenziario. Da anni si cerca di chiuderlo.
“Rinato” il detenuto liberato
Libero dopo 20 anni di detenzione trascorsi non in un penitenziario qualsiasi, bensì a Guantanamo Bay. Majid Khan, questo il suo nome, è stato liberato e trasferito in Belize quasi un anno dopo rispetto alla fine della sua pena. Nel carcere gestito dagli Stati Uniti Khan è stato anche torturato dalla Cia. Il suo rilascio è stato annunciato dal Pentagono ieri. I prigionieri diventano così 34, di cui 20 sono stati indicati come idonei per il trasferimento.
“Mi sento come rinato. Sono rientrato nel mondo”, ha detto l’ex detenuto il giorno del suo rilascio. “Sono un po’ sotto shock perché ho aspettato così tanto di essere libero, che stento a crederci che sia finalmente successo”, ha aggiunto.
La condanna
L’uomo era stato catturato in Pakistan nel 2003 e poi portato a Guantanamo tre anni dopo. Una volta scarcerato ha espresso gioia nel poter iniziare un nuovo capitolo in Belize.
Khan ha frequentato la scuola secondaria nel Maryland, poi è tornato in Pakistan, suo Paese natio, per unirsi a al-Qaeda dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001. Nel 2012 si è dichiarato colpevole di cospirazione al fine di commettere un omicidio, di spionaggio e per aver “fornito materiale di supporto per il terrorismo”.
Il Pentagono ha riferito che Khan ha collaborato per anni con gli Stati Uniti durante il percorso da detenuto. Successivamente ha portato a termine la reclusione inflitta.
La prigione
Guantanamo si trova in una base militare Usa sul suolo cubano. La sua apertura risale al 2002, dopo l’attacco alle torri gemelle, nell’ottica di incarcerarvi i detenuti catturati nel corso della “lotta al terrore”. Opera sotto un regime legale guidato da una commissione militare che non garantisce gli stessi diritti di una corte tradizionale americana. Una volta arrivati al fine pena, i detenuti rimangono anche per anni nella struttura, come nel caso di Khan. Questo perché gli Stati Uniti e in particolare il Pentagono cercano altri Paesi dove poterli condurre da uomini liberi.
Chi invece è stato giudicato idoneo per il trasferimento, deve aspettare un tempo indefinito e non ha modo di fare nulla per poter velocizzare l’iter. In totale sono infatti 20 i detenuti in questa situazione. Secondo il cofondatore della campagna “Chiudete Guantanamo”, Andy Worthington, “il rilascio dipende interamente dal governo americano”, ha detto a Al Jazeera. “La legge lì non si applica”, ha sottolineato l’attivista.
Il Pentagono ha ringraziato il Belize per aver aiutato gli Usa nei loro “sforzi focalizzati sulla responsabilità di ridurre la popolazione carcerare e infine chiudere la struttura di Guantanamo”.
Chiusura annunciata più volte, restano ancora decine a Guantanamo
Fino a quasi 800 detenuti sono stati reclusi a Cuba da quando il carcere ha aperto le sue porte. Molti inizialmente erano imprigionati in luogo segreti dalla Cia. Qui sono stati torturati nel corso di interrogatori, nel tentativo di estorcere confessioni. Il programma che fece scandalo fu autorizzato dall’amministrazione dell’ex presidente americano, il repubblicano George W Bush.
“Ero un fantasma, un morto che cammina”, ha raccontato Khan il giorno del suo rilascio. “La Cia voleva che restassi così per sempre. Quando sono stato torturato ho spesso sperato nella morte per scappare al terrore e al dolore”, l’esperienza traumatica dell’uomo.
Nelle prossime settimane un’inviata speciale dell’ONU, istituzione che per la prima volta in assoluto si è recata a Guantanamo, renderà noto il rapporto sul carcere. Molte inchieste giornalistiche e non hanno fatto luce sulla ripetuta violazione dei diritti umani dei detenuti, avvenuta nella struttura nel corso degli anni.