Lo Stato islamico ha lanciato un assalto sulla città di Kirkuk, mentre le forze irachene e curde sono impegnate a riprendere il controllo del territorio intorno a Mosul in preparazione dell’offensiva per sottrarre ai jihadisti la roccaforte. Almeno 18 membri delle forze di sicurezza e dipendenti di una centrale elettrica in periferia sono rimasti uccisi nell’assalto a Kirkuk, tra cui due iraniani. L’Isis ha ucciso 284 persone tra uomini e ragazzi, tra questi anche bambini, residenti nell’area di Mosul. Lo scrive la Cnn citando una fonte dell’intelligence irachena, rimasta anonima. Le persone uccise tra giovedì e venerdì erano state catturate nei pressi della città per essere usate come scudi umani contro gli attacchi dell’esercito che stanno respingendo i militanti, dello Stato Islamico costretti a restare a sud di Mosul. L’Isis avrebbero usato dei bulldozer per scaricare i corpi in una fossa comune dove si sono svolte le esecuzioni. Tra le vittime – avrebbe detto la fonte – c’erano anche dei bambini. La fonte ha voluto restare anonima perché non autorizzata a parlare con i media, ma la Cnn non ha potuto confermare indipendentemente la notizia. Le Nazioni Uniti avevano detto di essere “seriamente preoccupati” perché l’Isis aveva preso 550 famiglie provenienti dai villaggi vicini a Mosul per usarle come scudi umani. Duecento famiglie dal villaggio Samalia e 350 famiglie provenienti da Najafia sono state costrette ad abbandonare le proprie case per essere portate a Mosul, secondo quello che sembra un piano per non far scappare i civili. Perché è così importate la riconquista di Mosul nella guerra all’Isis e cosa sta succedendo in Iraq?
La tv di Stato irachena ha annunciato che le forze di sicurezza hanno avuto la meglio in un massiccio attacco da parte dei militanti dello Stato islamico a Kirkuk e hanno preso il pieno controllo della città. Intanto, le autorità locali hanno revocato parzialmente il coprifuoco che avevano dichiarato dopo che i jihadisti avevano assaltato stazioni della polizia e altri edifici, ha riferito ancora l’emittente.
La battaglia di Mosul è iniziata. L’offensiva militare che vede uniti esercito iracheno, milizie sciite e i peshmerga curdi con il supporto delle forze della coalizione internazionale a guida USA, ha preso il via lo scorso 17 ottobre dopo l’annuncio ufficiale del presidente dell’Iraq Haider al-Abadi alla tv di Stato. “Proclamo l’avvio dell’assalto vittorioso per liberarvi dalla violenza e dal terrorismo di Daesh. È venuta l’ora della vittoria. Con l’aiuto di Dio, ci ritroveremo a Mosul per celebrarne la liberazione e il salvataggio dall’ISIS“, sono state le sue parole. Stando alle prime notizie che giungono dal fronte alle agenzie l’esercito sarebbe già riuscito a sfondare le prime linee di difesa nella zona di Baashiqa, villaggio poco distante da Mosul dove si troverebbe anche l’esercito turco. Russia e Turchia in teoria non sono impegnate direttamente e anzi avevano assicurato che non avrebbero partecipato per non intralciare le operazioni, ma Recepp Tayyp Erdogan ha chiarito che non ha alcuna intenzione di rimanere a guardare e le prime notizie che arrivano dal fronte lo confermano, con truppe turche impegnate nelle operazioni.
Mentre le forze irachene, curde e iraniane stanno avanzando via terra, l’aviazione irachena con l’aiuto delle forze della coalizione sta bombardando le zone a nord e a est della città, in un quadro militare che vede l’azione congiunta di forze locali e internazionali.
Il presidente al-Abadi ha lanciato l’appello alla popolazione civile avvisandola dell’imminente battaglia e invitando a lasciare le abitazioni e a mettersi al sicuro, ma sulle sorti dei civili nulla è certo. L’Onu infatti teme che possano essere usati come scudi umani dai miliziani Isis e alcune notizie trapelate nei giorni precedenti disegnano un quadro terribile. Secondo diverse fonti, gli uomini di al-Baghdadi avrebbero creato checkpoint militari per bloccare la fuga dei civili, mentre un’esclusiva Reuters rivela l’uccisione di almeno 58 persone da parte dell’Isis che avrebbero cercato di allearsi con le forze esterne.
UNA LUNGA BATTAGLIA: La battaglia di Mosul è la seconda più grande operazione militare in Iraq dal ritiro delle forze USA nel 2011 e potrebbe essere altrettanto lunga. Secondo il comandante della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti, il tenente generale Stephen Townsend, le forze irachene stanno agendo con il supporto aereo, artiglieria e intelligence americana, come ha dichiarato ad ABC News perché l’offensiva potrebbe “rivelarsi una battaglia lunga e difficile“.
PERCHÈ MOSUL È COSI’ IMPORTANTE: L’offensiva era stata pianificata per mesi ed è un tassello fondamentale nella lotta al presunto Stato Islamico che proprio qui ha visto nascere l’idea del presunto Califfato: è a Mosul che Abu Bakr al-Baghdadi si è autoproclamato il nuovo Califfo. Già questo rende la città irachena fondamentale per il folle progetto politico dell’Isis. In più si tratta della più grande città sotto il controllo degli jhadisti, con una popolazione di 1,3 milioni di persone, la seconda città del paese dopo la capitale: perderla per Daesh sarebbe un colpo durissimo.
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