Anche la Francia tratteggia un primo bilancio dopo i raid aerei svolti dai caccia francesi sul nordest dell’Iraq. La notizia è stata diffusa dall’Eliseo. Gli aerei Rafale hanno condotto un primo bombardamento contro un deposito logistico dei terroristi dell’organizzazione Daech, si legge in una nota della presidenza francese. L’obiettivo è stato raggiunto e interamente distrutto. Nei prossimi giorni, rilancia l’Eliseo, “seguiranno altre operazioni“: il Parlamento sarà informato la settimana prossima dell’impegno delle forze francesi a fianco delle forze irachene e dei peshmerga curdi. Il presidente americano, Barack Obama, ha salutato positivamente la decisione della Francia di unirsi ai raid aerei contro l’Isis in Iraq. Intanto le operazioni militari Usa contro i miliziani dello Stato Islamico in Siria sono già iniziate e saranno intensificate nei prossimi giorni.
I terroristi minacciano la Francia
Il ministro degli esteri francese Laurent Fabius ha detto che “è escluso che la Francia ceda alle minacce di un gruppo terroristico“, dopo che un gruppo in Algeria, legato all’Is, ha minacciato di uccidere un ostaggio francese se Parigi non bloccherà i bombardamenti sull’Iraq. Il gruppo jihadista algerino ‘Jund al-Kilafa’, che dice di appoggiare la lotta dell’Isis, ha mostrato in un video le immagini dell’ostaggio, Hervè Pierre Gourdel, mentre implora il presidente, Francois Hollande, di salvarlo. Intanto, dall’Eliseo, assicurano che “per tentare di ritrovarlo e farlo liberare, la cooperazione tra la Francia e l’Algeria è totale“. Mentre Hollande si è intrattenuto al telefono con il premier algerino Abdelmalek Sellal. “I nostri servizi sono in contatto permanente e le autorità algerine agiscono con il nostro pieno sostegno”, continua la presidenza francese in una nota diffusa a Parigi.
Diplomazia Usa a lavoro
Arrivano subito i primi effetti della conferenza di Parigi che ha visto riunita la comunità internazionale per la guerra contro l’Isis. Il presidente degli States, Barack Obama ha in agenda l’incontro con i suoi generali per pianificare l’attacco via terra ai jihadisti dello Stato islamico in Iraq e Siria. La guerra all’Isis è solo all’inizio. I caccia americani hanno già cominciato le incursioni aeree vicino alla città di Baghdad e il Congresso si prepara a votare la richiesta del presidente di autorizzare un piano mirato ad armare e addestrare i ribelli moderati in Siria.
Gli Stati Uniti hanno effettuato i primi raid aerei a sostegno delle truppe di Bagdad, entrando in azione a sud-ovest della capitale irachena e colpendo una postazione dei jihdisti.
Un secondo attacco USA nel nord del Paese, a Sinijar, si è concluso con la distruzione di sei mezzi dell’Isis. L’azione militare, hanno spiegato dagli Stati Uniti, è diversa dalle precedenti, portate avanti fino a qualche giorno fa, quando i raid erano effettuati per proteggere i civili, gli interessi e il personale americano e garantire sicurezza alle infrastrutture. Si tratta di una missione a sostegno delle truppe di Bagdad, un chiaro segnale che la strategia USA è cambiata.
In precedenza, fanno sapere i militari USA, gli oltre 160 raid erano già riusciti a infliggere perdite importanti ai miliziani, colpendo combattenti e mezzi, come pick up armati, blindati e postazioni fisse. I raid starebbero costringendo gli jihadisti a muoversi con più circospezione: secondo l’intelligence americana, sarebbero diminuiti i contatti radio e le telefonate satellitari tra i combattenti, i cortei dei mezzi blindati sono stati ridotti e alcune unità si sono disperse, mentre i leader delle milizie si muovono con più cautela, nel timore di finire sotto i colpi dei droni. Arrivano notizie anche di un’azione violenta sul controspionaggio dell’Isis con esecuzioni sommarie di alcuni presunti traditori tra le file dei miliziani.
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