Prosegue la guerra in Ucraina, 60 attacchi russi solo nella giornata di ieri. Oggi sono state colpite diverse città ad opera di entrambi gli eserciti.
Le sanzioni applicate alla Russia sul petrolio non hanno sortito alcun effetto, la nazione continua ad esportare petrolio come prima della guerra.
La Tass ha riportato che questa notte nella città di Kireyevsk, città che si trova nella Russia centrale più precisamente nella regione di Tula, è esploso un drone ucraino Tu-141 Strizh.
L’esplosione causata dal drone ha prodotto un cratere di quasi 15 metri i diametro e di circa 5 metri di profondità.
Le autorità hanno riportato la notizia e reso noto che sono rimaste ferite tre persone, e sono state danneggiate alcune case e un condominio.
L’agenzia di stampa Agentstvo ha riportato che è la seconda esplosione avvenuta in questa zona nel mese di marzo.
Gli equipaggi ucraini hanno ufficialmente terminato l’addestramento sui carri armati inglesi che si è svolto nel Regno Unito.
I carri armati, 14 carri armati Challangr 2, dovrebbero essere utilizzati per una controffensiva contro i russi questa primavera.
L’addestramento era iniziato a gennaio dopo che era stato annunciato che la Gran Bretagna avrebbe fornito anche questi 14 mezzi.
Lo Stato maggiore ucraino ha riportato la notizia che ieri, 26 marzo 2023, sono stati respinti 60 attacchi russi. Gli attacchi si stanno concentrando non solo nella città di Bakhmut ma anche nelle regioni di Kharkiv e nel Donetsk.
Inoltre anche a Marinka, Lyman e Avdiivka. In quest’ultima città secondo Vitaliy Barabash, capo dell’amministrazione militare in città, ci sono pesanti bombardamenti che stanno distruggendo completamente la zona. Secondo il Reuters ci sono ancora 2mila civili in città.
Kiev ha riportato la notizia che sono state attaccate questa mattina le città di Mariupol che si trova nel Donetsk e che è attualmente occupata dall’esercito russo e Melitopol che si trova nella regione Zaporizhzhia, anch’essa occupata dall’esercito russo.
Qui sono state colpite strutture precise in cui è presente l’amministrazione russa. In particolare un edificio è stato distrutto, altre strutture danneggiate e 4 persone sono rimaste ferite, lo riporta Ivan Fedorov sindaco della città in esilio.
A Mariupol da quanto riportato dal sindaco in esilio Vadim Boychenko la resistenza ucraina ha fatto esplodere l’auto di uno dei principali comandanti dell’esercito della Russia.
L’uomo Mikhail Moskvin è vivo ed è ancora in città, era sul luogo dell’esplosione che si è verificata nel quartiere di Primorsky, vicino al mercato Bakhchivandzhi, l’agenzia Tass ha riportato la notizia.
Secondo l’Institute for the Study of War, Putin vorrebbe una vittoria complete sull’Ucraina e non è perciò alla ricerca di un negoziato.
Dalla Russia invece arrivano accuse dirette alla Nato. Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione russa, durante un’intervista a Rossiyskaya Gazeta la Nato è parte del conflitto in Ucraina. A riportare la sua dichiarazione è stata l’agenzia russa Tass.
I russi questa mattina hanno attaccato la città di Sloviansk, lo riporta il presidente Zelensky sul suo canale Telegram.
A causa dell’attacco una persona è morta e ci sono diversi feriti. A seguito di questo messaggio però Kiev ha fatto sapere che i morti sono 2 e ci sono almeno 29 persone rimaste ferite.
Dimitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha reso noto che la Russia proseguirà i suoi piani di dispiegamento di armi nucleari in Bielorussia indipendentemente dalla reazione dell’Occidente. Le sue parole sono state riportate dall’agenzia Tass.
Lavrov, Ministro degli esteri russo, ha parlato della situazione attuale della Russia. Da quanto afferma tutte le operazioni intraprese dall’Occidente per isolare la Russia sono state vane.
A confermare questo sono gli scarsi effetti che hanno subito le sanzioni sulla nazione russa in particolare sull’export del petrolio. Sebbene in un primo momento si sia registrato un calo del 35% degli export oggi invece non è più così.
La Russia ha infatti reindirizzato il suo commercio verso le nazioni che non effettuano sanzioni nei suoi confronti e, secondo uno studio della Bce, oggi la Russia esporta lo stesso quantitativo di petrolio rispetto a prima dell’inizio della guerra.
Discorso diverso invece per i prodotti raffinati che hanno subito una lieve perdita del 3% ma solamente perché Cina, India e altri Paesi che acquistano i prodotti e le materie prime dalla Russia sono loro stesse produttrici.
La Cina continua inoltre a spingere entrambe le parti ad un confronto diretto per trovare una soluzione diplomatica e pacifica, per poter superare la crisi in fretta.
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