Nuovi attacchi missilistici a Kharkiv, Nikopol, Mykolaiv e Donetsk: distrutti 16 edifici residenziali della città di Pokrovsk.
Nuovi attacchi a Nikopol, Sumy e nel Donetsk da parte dei russi. Il presidente dell’Ucraina, Zelensky, ha sottolineato che, a questo punto del conflitto, sono stati scagliati contro la nazione, ben 3 mila missili da crociera.
Lavrov, da parte sua, afferma che la politica estera, adottata dall’Occidente, spinge alla realizzazione di nuovi “teatri di guerra“. Intanto, la giornalista russa, Marina Ovsiannikova è stata arrestata dopo aver criticato l’offensiva di Mosca in diretta TV.
Carri armati, veicoli blindati e camion carichi di armi ed esplosivi sono posizionati sul sito della centrale nucleare di Zaporizhia, nel sud dell’Ucraina. L’Ucraina accusa l’esercito russo di aver schierato lanciamissili sul sito e di aver sparato sul territorio di Nikopol, 80 chilometri a sud-ovest di Zaporizhia.
Sotto il controllo dell’esercito russo da marzo, l’impianto continua a funzionare ma la situazione resta estremamente tesa tra i soldati russi che lo occupano dal 1° maggio e il personale ucraino.
L’operatore nucleare ucraino ha accusato l’esercito russo di aver schierato lanciamissili nel sito della centrale nucleare di Zaporizhia nell’Ucraina meridionale per sparare in particolare sulle regioni di Dnipro e Nikopol, dove durante la notte e questo sabato sono stati segnalati attacchi mortali mattina.
Il governatore della regione del Dnipro, Valentyn Reznichenko, ha denunciato la situazione, definendola “un diluvio di fuoco al mattino” sul territorio di Nikopol, con il lancio di “missili Grad su aree residenziali“e 12 edifici, una scuola e un’università danneggiati.
A Nikopol, “i soccorritori hanno trovato due morti tra le rovine“, ha detto. Secondo Petro Kotin, direttore dell’agenzia nucleare ucraina Energoatom, l’Aiea non si mostra abbastanza ferma nei confronti di Mosca per motivi politici e perché un russo siede accanto al suo direttore generale.
Accuse respinte dall’AIEA che insiste per accedere all’impianto e poterlo ispezionare. Il governo ucraino rifiuta, in quanto ciò equivarrebbe a legittimare l’occupazione del sito da parte dell’esercito russo.
Intanto, i danni derivati dagli attacchi dell’esercito russo in Ucraina sono sempre più ingenti e a pagare il prezzo più alto sono i cittadini che hanno perso i loro cari, le case in cui abitavano e, in tanti, sono costretti a scappare dai territorio nei quali hanno sempre vissuto a causa di una guerra che non accenna ad arrestarsi dopo mesi di bombardamenti e distruzione.
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