Ieri è stata bombardata per ben 14 volte la città di Zaporizhzhia, al fronte ieri c’era anche il presidente Zelensky in visita. A Kiev sono arrivati i primi tank europei, erano attesi da mesi.
Amnesty International ha denunciato i doppi standard occidentali. Mosca ha annunciato di avere ogni tipologia di arma per distruggere ogni nemico compresi gli Stati Uniti d’America.
Guerra in Ucraina, a Zaporizhzhia ieri 14 bombardamenti
Nella sola giornata di ieri Zaporizhzhia è stata bombardata 14 volte. Zelensky ieri era in visita proprio alla città, dopo essere stato qui si è poi spostato in altre città al fronte.
Zelensky ha visitato anche Nikopol che si trova nella regione di Dnipropetrovsk, che da quanto riportato da lui stesso è una delle zone maggiormente colpite dai bombardamenti russi.
Tra la città di Nikopol, Marhanets e altri insediamenti nella regione risultano essere rimasti distrutti circa 5mila edifici, tra cui anche strutture mediche e strutture educative.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha tenuto ieri, 27 marzo 2023, una conferenza stampa insieme a Mark Rutte, primo ministro olandese.
Durante la conferenza stampa è stato annunciato che le forze ucraine hanno ricevuto 18 carri armati Leopard 2 dalla Germania, come era stato promesso e anticipato. Questi armamenti saranno utili per respingere gli attacchi dei russi.
Continuano a salire i numeri dei feriti nella città di Sloviansk dopo l’attacco russo che si è verificato ieri. Kiev ha infatti reso noto che il bilancio attuale è di due vittime e circa 30 feriti.
L’attacco ha distrutti immobili amministrativi e anche diversi uffici. A riportare la notizia è stato Pavlo Kyrylenko, governatore della regione colpita, che ha parlato di due missili S-300.
L’attacco che si è verificato nelle serata di ieri ha colpito il centro della città. Le due vittime si trovavano in due automobili differenti.
Sloviansk rappresenta un centro strategico visto che si trova a soli 40 km da Backmut, e da settimane sono diversi gli scontri che si verificano su questo territorio tra i due eserciti.
Con un comunicato pubblico su Telegram il Ministro della Difesa di Mosca ha reso noto che la Marina russa ha effettuato un test di missili supersonici nel Mar del Giappone.
Il test ha avuto successo, le navi impiegate hanno lanciato dei missili di crociera Moskit contro il bersaglio che era stato appositamente posizionato in mare a circa 100 chilometri di distanza.
Questa mattina le forze russe hanno colpito sei diverse comunità presenti nell’oblast di Sumy, hanno sparato circa 130 volte con diverse tipologie di armi. A riportare la notizia è l’amministrazione militare della regione sul suo canale Telegram.
Le comunità colpite sono Shalyinska, Esmanska, Krasnopilska, Bilopilska, Belikopysarivska e Seredino-Budska. Al momento c’è un unico ferito, è una donna civile che viaggiava con la sua auto nella città di Bilopiska, attualmente si trova in ospedale.
Amnesty International ha denunciato i doppi standard dell’Occidente
Amnesty International ha effettuato un rapporto con il quale ha voluto denunciare i doppi standard occidentali.
Secondo quanto riportato in questo rapporto è vero che il conflitto Russia – Ucraina ha generato diversi crimini di guerra, una crisi energetica globale e ha favorito una frattura di un sistema multilaterale che era già debole.
È anche stata in grado però di evidenziare l’ipocrisia degli Stati occidentali che hanno scelto di reagire con forza contro la Russia ma hanno scelto anche di condonare o rendersi complici di gravi violazioni dei diritti umani in altre zone del Pianeta.
L’Occidente perciò sta applicando dei doppi standard e delle risposte inadeguate alle violazioni dei diritti umani.
Come è possibile vedere nella totale assenza di intervento per la situazione in Arabia Saudita o in Egitto o nel sistema di apartheid israeliano contro i palestinesi.
Lo stesso rapporto condanna anche le azioni della Cina che sono volte ad impedire l’azione internazionale contro i crimini di guerra.
Un rapporto che parla chiaro e che mette in evidenza ciò che avviene quando gli Stati decidono di operare per loro conto ignorando le norme internazionali.