Putin acconsente all’incontro con Papa Francesco richiesto dal pontefice e comunica tramite l’ambasciatore russo in Vaticano Aleksandr Avdeev che il dialogo con Bergoglio è sempre ben gradito.
Il pontefice chiede di poter incontrare Putin, ma la data ancora non c’è.
Il pontefice ha espresso in questi giorni il desiderio di incontrare Vladimir Putin per promuovere la pace che non solo l’Ucraina, ma tutti il mondo vuole. Difficile dire con certezza se la sua richiesta verrà accolta però la risposta dell’ambasciatore russo in Vaticano fa ben sperare, egli afferma infatti che il dialogo con il pontefice è sempre gradito e importante in ogni dinamica internazionale che riguarda Mosca.
Dal Cremlino però gli entusiasmi vengono frenati poiché non c’è ancora un vero accordo che conferma questo incontro, rimane quindi solo un piccolo spiraglio di speranza.
Bergoglio è sempre un interlocutore ben accetto in Russia, indipendentemente dalle circostanze, e lo stesso pontefice sarebbe molto felice, ha affermato, di visitare anche i paesi martoriati dalla guerra ma solo dopo essersi recato a Mosca.
Al di fuori delle dichiarazioni dell’ambasciatore russo in Vaticano, non si hanno certezze di tale incontro e il Cremlino ribadisce che non c’è nessun accordo i merito.
A complicare la situazione c’è l’ideologo ispiratore del Presidente della Federazione Russa, Aleksandr Dugin, il quale in un’intervista afferma che Papa Francesco è un forte simbolo della cristianità ma non rappresenta un’autorità per i cristiani ortodossi come appunto i russi. Al contrario, nel moderno Occidente la sua influenza è davvero minima e si riduce alla sola funzione umanitaria.
Ciò significa che l’incontro non servirebbe a nulla e Dugin sottolinea che il pensiero del Papa riguardo all’ingiustizia della guerra è indifferente, soprattutto perché si guarda al lato umanitario ma non alla reale posizione della Russia in tale conflitto.
Negli anni scorsi, sostiene l’ideologo, molti cristiano hanno diffuso la cosiddetta ‘russofobia’ fra la gente ucraina e questo e uno dei tantissimi motivi della guerra in atto.
Il pontefice ha colloquiato recentemente con Zelensky ma non ha voluto telefonare al Presidente russo, con il quale l’ultimo contatto risale a dicembre in occasione del compleanno di Bergoglio.
Un messaggio forte e chiaro che vuole far intendere la contrarietà del Papa ai crudeli comportamenti del leader russo anche se esprime la chiara preoccupazione che costui sia stato scatenato dall’operato della Nato e tutto ciò abbia facilitato, se non provocato del tutto, una grande ira da parte di Putin che non verrà cessata a breve.
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