Le mogli dei soldati del Battaglione Azov incontrano Papa Francesco rivolgendogli un accorato appello di aiuto per salvare i mariti e tutti i civili anche sono ancora dentro l’acciaieria.
Vediamo i dettagli di questo evento.
La richiesta di aiuto al Papa
In questi giorni ospiti presso l’ambasciatore ucraino nella Santa Sede, Kateryna Prokopenko e Yuliya Fedosiuk sono due donne molto coraggiose che in questi giorni sono sotto gli occhi di tutti per il loro gesto d’amore.
La prima è sposata con il comandante Denis Prokopenko, premiato dal presidente ucraino Zelenskyj come eroe della nazione per il suo operato contro i russi, la seconda è la moglie di Arseniy Fedosiuk, un altro ufficiale dello stesso Battaglione, ossia quello denominato Azov che da settimane guida la resistenza dentro l’acciaieria Azovstal.
Questa mattina le due donne hanno incontrato il Pontefice riferendo che la situazione è davvero disperata e quindi implorano il suo aiuto per aprire un dialogo con Putin e far cessare il fuoco.
L’incontro si è tenuto al termine dell’udienza generale in Piazza San Pietro e la speranza è quella di mettere sotto pressione Putin per far evacuare dall’acciaieria Azovstal, i militari asserragliati, i quali sono sotto l’attacco delle forze russe.
Il Battaglione Azov e la situazione nell’acciaieria
Dall’inizio della sua formazione nel 2014, il Battaglione Azov è un’unità militare che da sempre è stata considerata di orientamento neonazista ma in questi giorni sta svolgendo un ruolo fondamentale a difesa dell’acciaieria che a Mariupol è diventata il simbolo di questa guerra che sembra non aver mai fine.
Intervistata al termine dell’incontro con il Papa, la Fedosiuk ha riferito di avere grande speranza nell’aiuto del Pontefice, in quanto essendo parte terza del conflitto, può essere garante affinché Putin permetta dei corridoi umanitari.
Questi ultimi sono necessari perché le condizioni all’interno dell’acciaieria sono davvero critiche, infatti non ci sono più scorte di cibo né acqua, ma soprattutto stanno finendo anche i medicinali.
Si stimano circa 700 soldati feriti e bisognosi di assistenza, i quali presentano amputazioni e altre problematiche. Molti sono anche i morti che purtroppo non potranno beneficiare di una sepoltura secondo la tradizione cristiana.
Una situazione davvero difficile, portata alla luce da due donne che si sono fatte coraggiosamente portavoce di un quadro molto drammatico a cui si aggiunge il timore, come spiegano, che la Federazione Russa non permetta ai superstiti, anche in caso di evacuazione, di tornare in Ucraina ma li sottoponga a torture.
Il Papa ha offerto tutto il suo appoggio e ha promesso che, oltre alla preghiera, farà di tutto per aprire un dialogo con Putin in cerca di un alleggerimento, e speriamo il prima possibile, del termine dell’attacco verso l’Ucraina.