Giorno 124 della guerra in Ucraina: breve riepilogo dei fatti bellici e diplomatici più rilevanti che giungono dal fronte ad est e dai contesti a questo collegati.
Continua a far scorrere sangue, paura ed insicurezza la guerra in Ucraina, mentre si avvertono i primi visibili segnali delle sanzioni alla Russia e i grandi leader del mondo si incontrano in Germania per il G7.
Cosa avviene sul fronte di guerra in Ucraina
Prosegue la lenta avanzata russa. Entrambe le formazioni militari sembrano risentire del protrarsi di scontri poco significativi tanto tatticamente quanto strategicamente, eppure l’esercito moscovita appare in una condizione migliore grazie ai ricambi di personale giunto dalle lande asiatiche e dal recente nuovo coinvolgimento della Bielorussia.
In verità lo stato semi-dittatoriale retto da Aleksandr Grigorevic Lukashenko non ha mosso le proprie truppe o i propri armamenti verso Kiev, tuttavia attacchi russi sono partiti da spazi e basi che il Cremlino ha in gestione sul territorio di Minsk.
Questo spiega anche la massiccia offensiva di ieri su Kiev, i cui cittadini hanno purtroppo sentito riecheggiare nei loro timpani il sibilo sinistro ed il fragore successivo delle bombe di Mosca.
Intanto, come detto pocanzi, le truppe degli invasori avanzano con lentezza ma costanza: dopo la presa di Severodonetsk anche la città gemella e dirimpetto di Lysychansk sarebbe in una situazione sfavorevole per le milizie di Zelensky, da qui l’appello del governatore regionale ucraino rivolto ai civili ad abbandonare l’abitato. La presa del conglomerato urbano di fatto consegnerebbe a Putin il controllo pieno di tutta la regione amministrativa di Luhans’k (la porzione riconosciuta come indipendente il 21 febbraio non corrispondeva infatti all’intera regione in oggetto).
Intanto qualcosa sembra tornare a muoversi anche più a nord. Oltre agli attacchi su Kiev, esclusivamente per mezzo di bombardamenti, nella zona di nord-est, a Izium, i moscoviti stanno tentando la riconquista dei territori dell’oblast’ di Kharkiv probabilmente seguendo l’antico progetto di creare una tenaglia sull’esercito ucraino che lo isoli ad est del fiume Dnepr.
Tra Russia ed Occidente
Nel frattempo la Federazione Russa subisce un altro smacco d’immagine: il Paese diviene quest’oggi (dopo il periodo di grazia di 30 giorni) inadempiente nei confronti del debito estero, di fatto un default per questo settore.
L’evento è un danno per ora principalmente di immagine in quanto la bancarotta nei finanziamenti esteri rende la nazione debitrice impossibilitata dal ricevere nuovi fondi internazionali prima di aver compensato le proprie mancanze.
Tuttavia sanzioni ed isolazionismo russo rendono di fatto il Paese già escluso dai circuiti internazionali di pagamento. Il default della Russia di Eltsin del 1998 cui molti ricordano, fu invece generato dal crollo interno del rublo, che portò ad una moratoria sul debito.
Infine proseguono i colloqui del G7, il meeting che riunisce le 7 nazioni economicamente e politicamente più influenti del pianeta. La guerra russo-ucraina ed i suoi riflessi mondiali sono al centro del dialogo e non sorprende dunque la presenza quest’oggi, 27 giugno, in videoconferenza, del premier Volodymyr Zelensky. Importanti novità sull’andamento bellico si attendono anche dalle risoluzioni che saranno adottate dal consesso internazionale.