La guerra non guarda in faccia a nessuno. Tutti diventano uguali di fronte alle bombe, anche le donne, gli anziani e soprattutto i bambini. E sono proprio questi ultimi a pagare il prezzo più altro in termini di perde di vite umane.
Dal 24 febbraio, giorno di inizio della guerra fra Russia ed Ucraina, sono 358 i bimbi uccisi e morti sotto le bombe.
Un bilancio più tragico di tutti quanti gli altri. Lo ha detto anche Papa Francesco che la guerra porta solo distruzione e morte. E la morte è quella che fa più paura di tutte, in particolar modo quando colpisce le fasce più fragili e deboli di una popolazione: anziani e bambini.
L’agenzia ucraina “Ukrinform” ha calcolato, in un suo recente rapporto che sono ben 358 i bambini che hanno perso la vita dall’inizio del conflitto. Ma c’è un numero ancora più allarmante: sono 1039 i bambini che hanno sofferto, e tanti altri ancora che non sono stati censiti, che subiscono le difficoltà di questa ingiustificata aggressione da parte della Russia.
Altri 681 piccoli hanno riportato ferite più o meno gravi. Secondo i dati forniti dalle fonti ufficiali dei Tribunali dei minori ucraini, i più piccoli potrebbero essere ancora molti altri, in quanto ci sono zone del Paese quasi impossibili da raggiungere dove, è probabile, che i bambini in difficoltà o, peggio, morti, potrebbero far lievitare verso l’alto questi dati.
Ci sono specifiche zone del Paese dove il numero di minori morti è più elevato: nella zona del Donetsk sono ben 361, mentre nella regione di Mykolaiv sono 53. Ma a distanza di vari km, possiamo vedere come i numeri varino ancora: a Kiev sono 116, a Kharkiv ben 194, a Zaporizhzhia altri 40, nel Luhansk 61.
Numeri che, come dicevamo, tendono a crescere di giorni in giorno. È, infatti, notizia di ieri, della morte di un ragazzino di 13 anni e del ferimento, invece, di una ragazza di 15 anni nella città di Kharkiv. Sempre nella zona di Kharkiv, ma in un villaggio più remoto, sotto i bombardamenti dell’artiglieria è rimasta ferita anche un’altra ragazza di 16 anni.
L’età compresa fra i 7 e i 15 anni è quella maggiormente colpita e dove si sono avute le maggiori perdite. Davanti ad uno scenario apocalittico come questo, veder morire dei bambini significa perdere un’intera generazione che non avrà più modo di costruire né portare avanti la possibile ricostruzione del proprio Paese né, tantomeno, avrà la possibilità di mantenere la pace e di testimoniare che la guerra è solo atrocità.
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