Dopo un anno, la Russia potrebbe essere pronta a negoziare, a riferirlo è il ministro degli Esteri Sergey Vershinin.
Le ultime notizie che abbiamo riportato della guerra parlano di nuovi rifornimenti all’Ucraina con la conseguente risposta del Cremlino di potenziare allo stesso modo anche il suo esercito perché potesse rispondere meglio agli attacchi. Ora però dalla Russia stupisce la notizia arrivata poco fa.
La Russia pronta a negoziare
Il viceministro degli Esteri russo Sergey Vershinin ha comunicato in un’intervista al canale televisivo Zvezda, rilanciata poi dall’agenzia Tass, che la Russia è pronta a negoziare ma senza precondizioni e sulla base della realtà esistente.
Ha precisato nel corso dell’incontro con i giornalisti che con questi negoziati terminano tutte le ostilità e la Russia è già pronta e disponibile in ogni momento per il confronto ma non devono esserci precondizioni, solo decisioni prese sulla base delle attuali condizioni e che tengano conto degli obiettivi annunciati pubblicamente dai russi.
Chi decide sui negoziati
Sugli accordi per far cessare la guerra, il viceministro ha dichiarato che le decisioni non spettano a Kiev ma a Washington e Bruxelles. Ricordando i negoziati di Istanbul e Minsk, Vershinin ha sottolineato che se questi si sono interrotti dalla parte ucraina, la decisione è stata presa da altre capitali e non da Kiev, quindi bisogna fare domanda lì.
Ha parlato poi della possibilità di trattare con Biden ma ha affermato che non dipende dai russi poiché loro hanno già affermato una posizione chiara.
“C’è bisogno che biden e il suo entourage mostrino saggezza e discrezione”.
L’ultimo attacco
La Russia intanto ha attaccato alcuni siti energetici ucraini con una dose massiccia di missili, due dei quali hanno sorvolato lo spazio aereo della Romania e quindi della Nato.
Bucarest ha smentito questo dettaglio, così come anche la Moldavia, altro Paese forse interessato dal passaggio di queste armi, se così fosse il conflitto si allargherebbe ufficialmente anche all’Unione Europea.
Tuttavia sembra che i Kalibir lanciati dalla Russia e partiti dal Mar Nero, definiti da Zelensky come una sfida alla Nato da momento che hanno sconfinato, non abbiano in realtà invaso altri spazi aerei oltre a quello ucraino.
Al momento nel paese martoriato il problema principale è l’instabilità della rete elettrica, specialmente per quanto riguarda i mesi invernali che stiamo attraversando. Secondo il primo ministro ucraino Denys Chymgal:
“il paese ha perso il 44% della capacità di produrre energia nucleare, il 75% di quella delle centrali termiche e circa il 30% di quella degli impianti di cogenerazione”.
Nonostante ciò, ci sono sufficienti energie per affrontare il rigido inverno che in questi luoghi porta a temperature davvero estreme la maggior parte della popolazione continua ad avere accesso all’acqua, al riscaldamento e all’elettricità.
Intanto l’Aeia, l’agenzia internazionale dell’energia atomica ha informato che uno dei reattori della centrale nucleare a Khmelnytskyi è stato fermato dall’instabilità dell’elettricità.
Secondo i media a Putin restano pochi giorni per decidere se negoziare o meno, infatti circolano voci di annunci molto importanti che si terranno a camere riunite a Mosca il 21 febbraio.
Il presidente russo potrebbe lanciare una nuova offensiva oppure rassicurare dell’andamento della situazione.