A Bakhmut è strage di civili. Secondo un’inchiesta del Washington Post l’Ucraina è a corto sia di truppe che di munizioni, questo fa crescere il pessimismo.
È stato esteso l’accordo sul grano ma per soli 60 giorni. Xi Jinping incontrerà Putin nei prossimi giorni e forse anche il presidente dell’Ucraina Zelensky.
Si fa sempre più critica la situazione nella città di Bakhmut teatro di guerra da mesi. Zelensky continua a voler difendere la città e nel suo ultimo videomessaggio serale ha ribadito come è in quella zona che si definisce il destino dell’Ucraina.
Le zone interessate dalla guerra però sono sempre di più, come lo stesso Zelensky ha riportato la situazione nella zona a est è molto intensa. La città di Bakhmut non è la sola ad essere sotto assedio dei russi.
Le altre città interessate dagli attacchi russi di queste ore sono Belogorivska, Avdiivka, Maryinka, Vugledar e Kamianka.
Il capo della Wagner ha voluto rispondere alle accuse avanzate da Guido Crosetto, ministro italiano della Difesa, secondo cui l’esercito di mercenari è implicato anche nella partenze dei migranti.
Yevgeny Prigozhin , capo della Wagner, ha risposto che non ha idea di quello che sta succedendo con la crisi migratoria perché non se ne stanno occupando.
Il gruppo Wagner prosegue la sua avanzata nei pressi di Chasov Yar vicino alla città di Bakhmut, hanno fatto sapere che l’esercito ucraino sta contrastando la loro avanzata con tutti i mezzi che hanno a disposizione.
Tra questi mezzi dell’aviazioni, i veicoli corazzati e tante altre armi nemiche che non vanno a colpire i veicoli blindati ma attaccano direttamente le truppe. Questo è quanto riportato dall’agenzia RIA Novosti.
Il New York Times conferma l’avanza russa nei territori dell’est, secondo quanto riportato dal giornale statunitense, le armate russe stanno attaccando una tratta di territorio ucraino pari a circa 160 miglia.
Questo vantaggio tattico permetterebbe all’esercito russo di riuscire a sferrare offensive più massicce nei mesi primaverili. Nonostante le avanzate siano minime però le perdite risultano invece elevate in entrambi gli eserciti.
Sempre secondo il NYT, anche l’esercito ucraino si sta preparando a lanciare un’importante controffensiva in previsione dell’arrivo massiccio di armi occidentali e di nuove truppe.
Il Washington Post però parla di un Ucraina in difficoltà, oltre alle importanti perdite che la nazione sta subendo all’interno delle truppe anche le armi cominciano a scarseggiare.
I funzionari occidentali cominciano ad ipotizzare e a mettere in dubbio che la strategia scelta dal presidente Zelensky sia una buona strategia, soprattutto voler continuare a difendere la città di Bakhmut.
L’Ucraina sarebbe a corto perciò non solo di soldati ma anche di munizioni e questo gli impedirebbe di rispondere ad un’offensiva russa in primavera o di lanciare una controffensiva come previsto invece dal New York Times.
Secondo invece l’intelligence britannica a essere in difficoltà è anche l’esercito russo, che in questi giorni starebbe razionando le munizioni al fronte. Al momento la Russia si troverebbe carente di munizioni e sarebbe questo il motivo che ha impedito alla nazione russa di fare un’offensiva significativa.
Pochi minuti fa è stato lanciato l’allarme su Kiev per un attacco aereo, precisamente intorno alle 9.25 ore italiana. L’allarme ha suonato non solo a Kiev ma anche in altre regioni ucraine.
Un missile russo ha da poco colpito il centro della città di Kramatorsk, andando a danneggiare sei differenti edifici. Una persona è morta e altre tre sono rimaste ferite. Attualmente le operazioni di soccorso sono ancora in corso.
Xi Jinping, presidente cinese appena rieletto, incontrerà presto Putin, non si esclude la possibilità che possa incontrare anche Zelensky.
L’Ucraina ha fortemente criticato la proposta russa di poter estendere le esportazioni di grano e anche di fertilizzanti attraverso il Mar Nero per soli due mesi.
L’accordo entrerebbe in vigore il prossimo 18 marzo 2023. Secondo quanto dichiarato da Olexandr Kubrakov, ministro delle infrastrutture ucraino, l’iniziativa per i cereali era di 120 giorni invece quella proposta dalla Russia è di soli sessanta giorni.
Il ministro attende che le Nazioni Uniti e Ankara, che sono i garanti dell’iniziativa, prendano una chiara e ufficiale posizione in merito alla questione.
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