Nella notte è scattato l’attacco di Mosca nel Donbass, “mascherato”, secondo la Nato, da missione di “peacekeeping” – mantenimento della pace – per sostenere le forse filorusse nella regione orientale dell‘Ucraina dove il Cremlino, appena 48 ore prima, aveva riconosciuto indipendenza e sovranità alle repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk spazzando via gli accordi internazionali. Ora è pioggia di missili in diverse aree del Paese, compresa la capitale Kiev da cui si registrano code di auto di civili in fuga e i primi morti nei bombardamenti.
Il dispiegamento di forze russe al confine con l’Ucraina è avanzato sul Donbass e si sarebbe spinto con operazioni militari simultanee in varie città ucraine tra cui la capitale Kiev, da cui giungono notizie di missili e bombardamenti su larga scala.
Secondo quanto riferito dalle principali agenzie internazionali, sarebbero in corso battaglie a terra in molte aree del Paese mentre il presidente Volodymyr Zelensky chiede un intervento massiccio e immediato dell’Occidente per fermare Putin.
Si sarebbero già registrate vittime in molte regioni della nazione, e i russi, stando alle ultime informazioni che si rincorrono sulla guerra appena iniziata, punterebbero a neutralizzare l’Ucraina partendo dal controllo degli aeroporti. Migliaia di civili sarebbero in fuga, come riportano le prime immagini in arrivo dal Paese.
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