Sono 58 i Paesi favorevoli agli accordi di pace sostenuti dal presidente ucraino Zelensky, contro i 43 dell’incontro precedente.
Ad annunciare su Telegram i pareri favorevoli raccolti dal numero 1 ucraino, nell’ambito dell’incontro con i rappresentanti di missioni diplomatiche straniere, è stato il capo dell’ufficio presidenziale Andriy Yermak, dopo la riunione di Gedda in Arabia Saudita, tenutasi nei giorni scorsi.
Nell’ultimo incontro con i rappresentanti, erano 58 i Paesi che avevano espresso un parere favorevole alle idee di pace di Zelensky, che da tempo cerca una negoziazione con l’Ucraina. La mediazione viene sostenuta anche dal pontefice ma soprattutto, le sue idee hanno trovato largo consenso fra i rappresentati delle missioni diplomatiche straniere, il cui numero è aumentato rispetto all’ultimo incontro con il presidente ucraino.
A dare l’annuncio è stato il capo del suo ufficio, Andriy Yermak, che ha parlato su Telegram dopo la riunione di Gedda, in Arabia Saudita, avvenuta nei giorni scorsi. Ha assicurato che si sta lavorando in questa direzione ma i dettagli verranno svelati in un secondo momento.
Nello stesso intervento ha annunciato i preparativi per un prossimo incontro a livello di consiglieri dei capi di Stato, per discutere della formula di pace annunciata a novembre.
Il documento è stato presentato dal presidente ucraino durante il G20. Si tratta di un testo chiave che prende in considerazione diversi punti critici correlati all’invasione russa.
Secondo Zelensky, in primis la Russia deve ritirare i militari dalla centrale di Zaporizhzhia. Proprio ieri abbiamo parlato di problemi correlati a uno dei reattori ma in generale, l’area è strategica e molto delicata perché l’impianto è uno dei più grandi in Europa e da solo rifornisce di energia elettrica un quinto della nazione. È inammissibile secondo il presidente continuare a combattere una guerra intorno a questo punto che però, costantemente viene preso d’attacco.
La centrale deve essere trasferita sotto il controllo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica e tornare nelle mani del personale ucraino. Devono essere ripristinate le connessioni interrotte in modo che nulla minacci la stabilità dei reattori e bisogna anche porre fine alle minacce nucleari a cui ricorrono i funzionari russi. “Il ricatto nucleare è inammissibile e non c’è giustificazione”.
Ancora, il presidente ucraino pone l’attenzione sulla sicurezza alimentare: “L’Ucraina può esportare 45 milioni di tonnellate di generi alimentari e una parte deve essere indirizzata a chi soffre di più. Ogni Paese può contribuire per vincere la fame e la crisi alimentare che questa guerra ha portato”.
Ampio spazio nel documento anche per la sicurezza energetica. Il 40% delle infrastrutture energetiche è stato distrutto da missili e droni usati dai russi. Questa violenza mira fra le altre cose a impedire l’esportazione dell’elettricità verso i Paesi limitrofi, cosa che invece li aiuta a stabilizzarsi e ridurre i prezzi per i consumatori.
“Ringrazio chi ci sta aiutando a respingere gli attacchi del nemico. Dovrebbero essere introdotte restrizioni sui prezzi delle risorse energetiche russe”.
Ancora, si punta alla liberazione dei prigionieri russi (militari e civili) ma anche dei tanti bambini deportati, attivando subito misure di giustizia apposite per giudicare i crimini effettuati dalla Federazione nel corso di questo conflitto. Zelensky chiede a tal proposito l’istituzione di un Tribunale speciale chiamato a sanzionare il Paese e condannandolo a risarcire del danno poiché “è l’aggressore che deve fare tutto il possibile per rispristinare la giustizia che ha violato”.
L’ultima parte è dedicata alla protezione dell’ambiente, in particolare, milioni di ettari di foreste sono state bruciate dai bombardamenti. Una volta attuate le misure, dovrà essere firmato un documento di fine della guerra che riporta le firme di entrambe le parti. Gli Stati che vogliono prendere parte all’iniziativa di una decisione possono diventare parti di questa convenzione.
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