La guerra tra Russia ed Ucraina è arrivata a 168 giorni di scontri. Il conflitto sembra non trovare fine arrivando, addirittura, fino in Crimea. Intanto ieri bombe su Dnipro hanno causato la morte di 13 civili.
La Russia continua la sua opera di bombardamento delle città ucraine proprio mentre ieri lo scontro è arrivato in Crimea. Una importante base aerea russa è stata colpita da violente esplosioni avvertite a decine di chilometri di distanza.
Non sono chiare le dinamiche di quanto accaduto. Il Cremlino parla di un incidente, riguardante delle esplosioni di proiettili in alcuni depositi. L’Ucraina, dal canto suo, nega di conoscere le ragioni delle esplosioni e non rivendica nessun attacco. L’unico dato certo, purtroppo, come accade in questi casi riguarda le vittime: un morto e 13 feriti tra cui due bambine.
Intanto, il braccio destro di Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak twitta: “È solo l’inizio”.
Mosca ha, poi, chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che si tenga una riunione sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia, vittima di violenti attacchi da parte degli ucraini. Il Cremlino denuncia le catastrofiche conseguenze che questi potrebbero comportare nel caso in cui venisse colpita la centrale e fatto saltare qualche reattore.
Lo stato di Putin non si ferma impegnato su più fronti e non solo militari. Proprio mentre ieri, nell’ Unione europea, entrava in vigore il piano per la riduzione dei consumi di gas del 15%.
Piano resosi necessario per far fronte ai tagli attuati da Gazprom e quindi dal governo russo, oggi il Cremlino comunica che anche per quanto riguarda le forniture di petrolio ci saranno dei tagli drastici che riguarderanno l’oleodotto Druzhba.
Questo oleodotto fornisce l’Europa Centrale e non era stato preso di mira delle sanzioni europee. Le Nazioni coinvolte dal taglio saranno la Repubblica Ceca la Slovacchia e l’Ungheria.
Nemmeno il tempo per Ursula von der Leyen di complimentarsi, con i Paesi che hanno adottato il piano per la riduzione di Gas, che una altra tegola, forse, anche più pesante si abbatte sulla comunità europea.
Intanto come sempre accade in una guerra è tutta una strategia di posizionamenti, di voci che si rincorrono e di propaganda.
Secondo uno studio dell’Università di Kiev, la Kyiv School of Economics, in Russia sarà recessione a partire dal 2023.
Le sanzioni europee che hanno colpito l’economia russa dovrebbero causare non pochi danni già nel prossimo anno. Tutti i mancati introiti russi, riguardo alla vendita di gas e petrolio, per miliardi di dollari andranno a creare anche un boom di disoccupazione.
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