Dopo 5 mesi dall’inizio della guerra in Ucraina, è iniziata l’evacuazione dei civili nella regione del Donetsk, il nuovo obiettivo delle forze armate russe. Oltre 200 mila persone da sfollare.
Una situazione critica quella del Donetsk, una delle regioni più popolose dell’Ucraina, obiettivo militare russo. L’esercito di Putin, infatti, in questi giorni ha lanciato numerosi bombardamenti, che hanno reso necessaria l’evacuazione dei civili.
Sono migliaia, oltre 200mila le persone da sfollare nella regione, già alcuni sono arrivati a Kropyvnytsky nella regione di Kirovograd, nell’Ucraina centrale. Ecco la situazione in tempo reale.
Iryna Vereshchuk, vice primo ministro ucraino e ministro per la reintegrazione dei territori temporaneamente occupato, ha comunicato tramite il suo canale Telegram l’inizio dell’evacuazione del Donetsk, la regione attaccata in queste settimane dall’esercito russo.
Questo accade ieri in serata, dopo qualche giorno dall’annuncio di Zelensky che annunciava con urgenza un’evacuazione di massa della regione: sono oltre 200mila le persone da mandare via, per metterle in sicurezza prima che i bombardamenti russi comincino a incalzare, per fermare l’esercito di Kiev.
Il primo treno di sfollati è arrivato a Kropyvnytsky, nella zona centrale del Paese, dove tutte le persone sono state assistite dai volontari e dalle autorità presenti in stazione.
L’evacuazione richiesta da Zelensky è obbligatoria ma non forzata: infatti, chi vorrà rimanere nella zona dovrà firmare un documento, in cui si assume tutte le responsabilità e afferma di conoscere quali potrebbero essere le conseguenze dei futuri avvenimenti catastrofici che potrebbero avvenire.
Dopo mesi dall’inizio dell’invasione russa, oggi è arrivata la prima nave carica di grano dall’Ucraina, che ora è ferma a Istanbul in attesa di ispezione.
È il primo carico che arriva attraverso il Mar Nero dall’inizio della guerra, quindi dallo scorso fine febbraio: si tratta di circa 26 mila tonnellate di mais.
Domani mattina, come comunica il Ministero della Difesa turco, saliranno a bordo rappresentanti dell’Ucraina, della Russia, della Turchia e dell’Onu, per controllare il carico e ispezionare la nave.
Questo per controllare che non venga fatto, attraverso questa tipologia di spostamenti, contrabbando di armi negli altri Paesi.
Una volta sbloccata la situazione, la nave ripartirà, attraverserà il Bosforo per arrivare in Libano. Da lì i cerali arrivati a destinazione saranno pronti per essere esportati in altri Paesi.
Tutto questo è stato possibile grazie all’accordo tra Mosca e Kiev, siglato il 22 luglio in Turchia, che permette il trasporto del grano dai porti dell’Ucraina.
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