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La dichiarazione dei redditi precompilata è stata introdotta in via sperimentale nel 2015 dal governo Renzi. Quest’anno, l’Agenzia delle Entrate ha predisposto circa 30 milioni di modelli: i contribuenti potranno visualizzarlo e presentarlo come modello 730 o Redditi Pf – il successore del modello Unico.
Dall’anno della sua introduzione, è aumentato con molta gradualità il numero dei contribuenti che fanno ricorso al fai da te per il 730 precompilato – ovvero di chi sceglie di inviare la dichiarazione dei redditi direttamente all’Agenzia delle Entrate via web. Nel 2017 si è arrivati a superare i 2,5 milioni di contribuenti – contro i 2 milioni dell’anno precedente. E quindi l’86,7% di chi presenta il 730 precompilato sceglie ancora di rivolgersi al Caf o a professionisti abilitati per ottenere assistenza fiscale.
Si può accedere alla propria dichiarazione dei redditi precompilata da questo indirizzo, a condizione di avere le credenziali di Fisconline rilasciate dall’agenzia delle Entrate (Pin e password), la Carta nazionale dei servizi (Cns), il Sistema pubblico di identità digitale (Spid), il pin dispositivo dell’Inps, o infine i dati per accedere al portale Noipa – in questo caso bisogna però essere un dipendente della pubblica amministrazione.
Devono presentare il modello Redditi Pf i contribuenti che non sono/erano residenti in Italia nel 2017 o nel 2018, o hanno percepito redditi d’impresa, anche in forma di partecipazione, redditi di lavoro autonomo per i quali è richiesta la partita IVA, oppure devono presentare una delle seguenti dichiarazioni: IVA, IRAP, Mod. 770 (sostituti d’imposta), o ancora devono presentare la dichiarazione per conto di contribuenti deceduti.
Al di là dei casi suddetti, devono presentare il modello Redditi Pf anche dei dipendenti che si trovano in condizioni particolari – per esempio che hanno cambiato datore di lavoro e sono in possesso di più certificazioni di lavoro dipendente o assimilati, se l’imposta corrispondente al reddito complessivo supera per più di 10,33 euro il totale delle ritenute subite, o dipendenti di soggetti privati non obbligati per legge ad effettuare ritenute d’acconto (come i collaboratori familiari).
Se il contribuente accetta il modello 730 precompilato senza effettuare modifiche, il soggetto viene escluso dal controllo formale dell’Agenzia delle Entrate sugli oneri inseriti. Lo stesso principio vale per le modifiche che non incidono sulla determinazione del reddito o dell’imposta, come i dati anagrafici, ad eccezione delle variazioni del comune di residenza (perché potrebbe incidere sul calcolo delle addizionali) – devo però aggiungere che secondo l’Associazione Nazionale dei Commercialisti, non sarebbe vero che chi decide di accettare la dichiarazione precompilata così com’è, non possa poi essere sottoposto a controlli.
Se il modello 730, anche con modifiche, viene presentato tramite gli intermediari, l’eventuale controllo avviene nei confronti di questi ultimi. Chi trasmette la dichiarazione direttamente per via telematica sarà soggetto alle verifiche in prima persona.
Se decidiamo di compilare e presentare autonomamente il modello 730 precompilato dobbiamo verificare se i dati inseriti sono corretti, e quindi, a seconda dei casi, dovremo scegliere tra:
Gli aspetti che possono presentare le maggiori criticità, e quindi senz’altro da controllare, sono gli oneri che sbarcano per la prima volta nella dichiarazione dei redditi precompilata, ovvero:
Oltre a queste, sarà necessario non perdere di vista le criticità sul modello 730 precompilato che si sono verificate già negli anni passati, come:
Quelle che vi abbiamo elencato finora sono le maggiori criticità relative al modello 730 precompilato. Ci potrebbero essere errori anche in altre parti della vostra dichiarazione dei redditi precompilata, per cui se vogliamo essere certi che il modello 730 precompilato sia aderente al nostro quadro di redditi e detrazioni dovremo controllare ogni voce presente. Per cui, ad esempio, dovremo confrontare l’importo dei redditi percepiti indicato nel punto 1 – nel caso il contribuente sia un dipendente a tempo indeterminato -, nel punto 2 – per i dipendenti a tempo determinato – o nel punto 3 – per i pensionati – della Certificazione Unica 2018 con quanto indicato nella colonna 3 dei righi da C1 a C3.
Il contribuente che sceglie di compilare e presentare autonomamente il modello 730 precompilato può scegliere se utilizzare la modalità tradizionale, e quindi inserire o rettificare personalmente la dichiarazione dei redditi oppure utilizzare la compilazione assistita per modificare il quadro E del modello 730. In questo caso i controlli dell’Agenzia delle Entrate potranno riguardare solo i dati aggiunti o rettificati dal contribuente durante la compilazione assistita.
Chi presenta il 730 online, oltre alla certificazione unica 2018, deve conservare tutte le fatture, le ricevute e gli scontrini relativi a detrazioni e deduzioni (si può fare anche una scansione). I documenti vanno conservati fino al 31 dicembre 2023, ovvero fino al 31 dicembre del 5° anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione. Se si indicano le spese detraibili per lavori di ristrutturazione edilizia, risparmio energetico e mobili, meglio custodire i documenti fino al 31 dicembre 2033, in virtù del recupero decennale del bonus.
Per la compilazione del modello 730 o Redditi Pf precompilato è possibile chiedere assistenza per telefono – bisogna tenere a portata di mano il codice fiscale – chiamando il numero 848.800.444 da fisso, oppure lo 06.96668907 da telefono cellulare – se si chiama dall’estero bisogna invece chiamare il +39.06.96668933 – nei seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 17, ed il sabato dalle 9 alle 13.
In alternativa si può prenotare un appuntamento presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate competente, collegandosi al sito dell’Agenzia delle Entrate o chiamando il numero 848.800.444.
Per presentare direttamente il modello 730 precompilato è necessario avere un po’ di dimestichezza con la dichiarazione dei redditi. Se per voi termini come detrazioni o deduzioni equivalgono all’arabo, è meglio ricorrere ad intermediari per ottenere assistenza fiscale. Ci si può rivolgere:
Se ci si affida ad un intermediario, sarà necessario presentare tutta la documentazione relativa alle spese da detrarre, e controllare che il professionista scelto sia abilitato all’apposizione del visto di conformità sulle dichiarazioni fiscali – a partire da questa pagina del sito dell’Agenzia delle Entrate è possibile controllare se l’intermediario scelto ha queste caratteristiche. Se l’intermediario non è abilitato ad apporre il visto di conformità, il contribuente che ricorre a questo soggetto continuerebbe a rispondere all’Agenzia delle Entrate in caso di controlli e richieste di chiarimento – e quindi dovrà farsi carico delle sanzioni e della maggiore imposta che eventualmente verrà applicata.
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