Il caso Tempa Rossa, che ha coinvolto l’ex ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, mettendo in imbarazzo l’ex premierMatteo Renzi e alcuni ministri del suo governo, si chiude in un nulla di fatto. La Procura di Roma, a cui era passata l’inchiesta da Potenza per competenza territoriale, ha chiesto l’archiviazione per Gianluca Gemelli, ex compagno dell’ex ministra dello Sviluppo economico Federica Guidi. Archiviazione richiesta anche per gli altri protagonisti della vicenda, compresi l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ex capo di Stato maggiore della Marina militare italiana, e Nicola Colicchi, ex consulente della Camera di Commercio di Roma, accusati di abuso di ufficio e associazione a delinquere. L’inchiesta sull’impianto di Tempa Rossa prosegue con un’altra inchiesta, separata rispetto a quella sui presunti favori che vedono protagonisti Gemelli, De Giorgio e Colicchi.
Il procuratore Roberto Felici, nel motivare la richiesta di archiviazione, ha precisato che “Gemelli deriva la propria autorevolezza dal fatto di essere notoriamente il compagno del ministro Guidi, condizione che egli spende con una certa spregiudicatezza anche millantando, in modo più o meno esplicito, la possibilità di trarre vantaggio da tale sua condizione”, ma che, “aldilà di tali censurabili atteggiamenti, non emerge che egli abbia mai richiesto compensi per interagire con esponenti dell’allora compagine governativa”.
Il caso da cui è partito tutto riguarda l’impianto Eni in Basilicata e il progetto del giacimento Tempa Rossa della Total, ma altre intercettazioni hanno messo in luce il presunto coinvolgimento dell’ex ministro nella vicenda della società che gestisce l’aeroporto di Firenze.
Federica Guidi
Federica Guidi è stato ministro dello Sviluppo Economico nel governo Renzi dal 22 febbraio 2014 al 5 aprile 2016, giorno in cui si è dimessa in seguito a intercettazioni che la riguardavano in merito allo scandalo Eni in Basilicata. L’inchiesta della procura di Potenza sullo smaltimento di rifiuti nell’impianto di Viggiano, per cui sono state arrestate sei persone, ha portato alla luce una telefonata tra la donna e il compagno, l’imprenditore Gianluca Gemelli (tra gli indagati). Era il dicembre 2014: la Guidi lo informava che nella legge di stabilità che sarebbe stata votata a breve sarebbe stato inserito un emendamento che avrebbe sbloccato il progetto di esecuzione del giacimento Tempa Rossa della Total, favorendo gli interessi economici del fidanzato.
Anche altre intercettazioni mettono in imbarazzo la Guidi: nel giugno 2015 Gemelli le rinfacciava di avere aiutato Marco Carrai (imprenditore molto legato a Renzi) a diventare presidente dell’Aeroporti Toscani, società che gestisce gli aeroporti di Firenze e Pisa: “Per lui ti sei esposta, per me no”.
Gianluca Gemelli
Gianluca Gemelli, imprenditore siciliano, è il compagno di Federica Guidi. Dalle intercettazioni della procura di Potenza emerge un rapporto fatto di continue richieste di favori all’allora ministro. Gemelli cercava di sfruttare in ogni modo gli agganci politici della fidanzata per ottenere vantaggi nei suoi business, diventando pressante. Tanto che la Guidi a un certo punto ha sbottato: “Non fai altro che chiedermi favori, con me ti comporti come un sultano… o mi sono rotta… a quarantasei anni… tu siccome stai con me e hai un figlio con me, mi tratti come una sguattera del Guatemala”. Qualche anno fa, quando non era ancora famoso, Gemelli attaccava la casta su Twitter. La stessa casta da cui cercava continui aiuti. È tra gli indagati nel caso Tempa Rossa con l’accusa di traffico di influenze. Come scrivono gli inquirenti, “sfruttando la relazione di convivenza che aveva con il Ministro allo Sviluppo Economico, Federica Guidi, indebitamente si faceva promettere e quindi otteneva da Giuseppe Cobianchi, dirigente della Total, vantaggi patrimoniali”.
Matteo Renzi
Le intercettazioni della Guidi su Tempa Rossa hanno messo in imbarazzo l’ex premier Matteo Renzi, tanto da indebolirne il governo. Renzi ha comunque difeso l’emendamento con cui il governo ha sbloccato il progetto di Tempa Rossa: “È un provvedimento giusto, che porta lavoro e che avevo annunciato mesi prima”. Difende quindi anche Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme, finita nelle intercettazioni tra Guidi e Gemelli (ne parliamo nella pagina seguente). Renzi ha commentato così le dimissioni della Guidi: “Non ha commesso alcun reato, ha fatto una telefonata che lei stessa ha giudicato opportuna. Ha però fatto bene a dimettersi, dimostrando serietà”.
Maria Elena Boschi
Anche per l’ex ministra per le Riforme Maria Elena Boschi, già finita nello scandalo della Banca Etruria, si era sollevato un gran polverone. “Dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se… è d’accordo anche Maria Elena la… quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte. Alle quattro di notte… Rimetterlo dentro alla legge… con l’emendamento alla legge di stabilità e a questo punto se riusciamo a sbloccare anche Tempa Rossa… ehm… dall’altra parte si muove tutto!”, ha detto Federica Guidi a Gianluca Gemelli, come riportano le intercettazioni che hanno fatto scoppiare lo scandalo. Boschi si era difesa e alla Procura ha dichiarato di non aver subito pressioni: “Nessuna pressione, ho presentato quell’emendamento perché si trattava della volontà politica del Governo”.
Graziano Delrio
Ha rischiato di finire nel calderone anche il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio perché finito in un’intercettazione tra Gianluca Gemelli e Valter Pastena, un consulente del ministero dello Sviluppo Economico. Ciò che dice Pastena farebbe emergere la volontà di ricattare Delrio per la sua presunta volontà di “fare fuori la Guidi”: “Ti puoi togliere qualche sfizio… I carabinieri (…) sono venuti a portarmi il regalo in ufficio (…) Usciranno le foto di Delrio a Cutro con i mafiosi… Tu non ti ricordi quello che io ti dissi, che c’era un’indagine, quelli che hanno arrestato a Mantova, a Reggio Emilia, i Cutresi, quelli della ‘ndrangheta… (…) chi ha fatto le indagini è il mio migliore amico, e adesso ci stanno le foto di Delrio con questi…”. Anche questo si è chiuso con un nulla di fatto.