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Helicobacter Pylori: quali i sintomi e la terapia eradicante? Si tratta di un batterio, la cui infezione molte volte è alla base di alcune malattie che interessano l’apparato digestivo, come la gastrite e l’ulcera peptica. Bisognerebbe impostare una cura tempestiva, per evitare complicazioni, che a volte possono consistere anche nel cancro allo stomaco.
I sintomi
I sintomi dell’Helicobacter Pylori a volte possono essere anche assenti. Quando sono presenti, si manifestano attraverso un quadro preciso, che comprende pancia gonfia, nausea, vomito, dolore all’addome e a volte, anche se raramente, la presenza di febbre. Le patologie causate da questo batterio sono gastrite e ulcera peptica, che, quindi, fanno parte anch’esse dei sintomi dell’infezione.
In caso di ulcera si prova un bruciore e una sensazione dolorosa allo stomaco, solitamente nell’area compresa fra le costole e l’ombelico. E’ un dolore che spesso peggiora a stomaco vuoto. Le ulcere peptiche possono arrivare a sanguinare e a volte causano feci nere con la presenza di sangue. La situazione peggiora se si soffre anche di colon irritabile, con il sintomo tipico del reflusso.
La terapia eradicante
La terapia eradicante dell’Helicobacter Pylori consiste nel ricorso a vari approcci terapeutici. Quelli che nel tempo si sono dimostrati più efficaci sono la triplice terapia e la terapia sequenziale. Quest’ultima consiste in una cura che viene portata avanti a base di amoxicillina e con un inibitore della pompa protonica (molecola capace di ridurre nella lunga durata l’acidità dei succhi gastrici), per esempio l’omeprazolo. Queste sostanze devono essere assunte per 5 giorni e poi si passa, per altri 5, ad una triplice terapia. Essa implica l’uso di tre medicinali, la cui combinazione può variare a seconda dei casi. Di norma si usano due diversi antibiotici, come, per esempio, l’amoxicillina e la claritromicina, che vengono associate ad un protettore dello stomaco.
Fondamentale, specialmente per alleviare il dolore addominale, è la dieta, che deve essere regolare. In particolare si dovrebbe fare attenzione a programmare i pasti della giornata, in modo che lo stomaco non rimanga vuoto troppo a lungo. L’ideale sarebbe fare 5 o 6 pasti piccoli durante il giorno. Molto importante è cercare di evitare il ricorso a farmaci antinfiammatori, all’aspirina o all’ibuprofene, perché i principi attivi contenuti in queste medicine possono irritare lo stomaco e causare, eventualmente, anche emorragia.
Una cura tempestiva è importante, perché a volte si può determinare la trasmissione del batterio da una persona all’altra. Si sospetta, infatti, che l’infezione possa essere contagiosa, soprattutto dove le persone vivono in ambienti non igienici. Non si sanno ancora, comunque, le modalità di contagio.
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