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Higuain ha detto davvero che a fine stagione lascerà il calcio

Gonzalo Higuain, ex giocatore di Real Madrid, Napoli e Juventus, tra le altre, in una conferenza stampa, ha annunciato che a fine stagione dirà addio al calcio giocato. L’annuncio è arrivato direttamente dal Pipita in una conferenza stampa in cui ha ringraziato il suo attuale club, l’Inter Miami, per avergli ridato l’entusiasmo.

Gonzalo Higuain -Nanopress.it

La notizia, però, che il quasi trentacinquenne avrebbe appeso le scarpette al chiodo era nell’aria già da tempo, da quando il padre in estate aveva rivelato la decisione di Higuain (che lui poi smentì prontamente). Nella conferenza stampa

Higuain: “A fine stagione dirò addio al calcio giocato”

Gonzalo Higuain, al termine della stagione di Major League Soccer, con la maglia dell’Inter Miami, non sarà più un giocatore di calcio professionista. L’annuncio, stavolta, è arrivato direttamente dal Pipita in una conferenza stampa scandita da qualche lacrima e tanta commozione.


In spagnolo, l’attaccante argentino con un passato importante anche in Italia, ha detto che “è arrivato il giorno di dire addio al calcio giocato“, una decisione che arriva dopo mesi in cui ha analizzato e pensato tante volte a questo scenario, che diventerà realtà, appunto, a novembre.

In sette minuti e mezzo di video, il numero 9 ha ripercorso tutta la sua carriera: dagli inizi con l’Atletico Palermo fino alla sua ultima esperienza negli Stati Uniti, considerata una delle migliori perché gli ha ridato l’entusiasmo che forse in alcune circostanze era venuto meno. “Dopo 17 anni e mezzo da giocatore professionista, la carriera più bella che potessi fare, è giunto il momento di dire addio – ha raccontato visibilmente commosso – Sento che il calcio mi ha dato molto. Io ho dato tutto me stesso e anche di più. Grazie a tutti coloro che hanno risposto la loro fiducia in me“.

La carriera di Higuain: dal River Plate al record di gol in un anno con il Napoli

E quindi, prima di compiere 35 anni (lo farà il 10 dicembre), Higuain non sarà più un calciatore. Difficile pensarlo considerato che lui stesso ha ammesso di aver sempre avuto un pallone tra i piedi.

Il Pipita è un figlio d’arte, proprio per via del lavoro del padre, infatti, non nasce in Argentina, ma a Brest, in Francia. In Europa, però, la famiglia Higuain rimane poco proprio perché il papa viene chiamato a giocare nel River Plate. A dieci mesi, Gonzalo viene ricoverato per una meningite fulminante, che però viene presa in tempo, anche se gli darà qualche grattacapo nel corso del tempo.

Dopo gli inizi nell’Atletico Palermo, dicevamo, a dieci anni anche lui viene notato da los Millonarios con cui debutta a nemmeno di 18 anni: è il 29 maggio del 2005. Non è ancora il suo momento, però. Fino all’arrivo di Daniel Passarella, infatti, colleziona pochissime presenze, ma con una doppietta al Corinthias in Coppa Libertadores e un’altra contro gli eterni rivali del Boca Juniors in Apertura, attira i riflettori dall’Europa.

Il River Plate cede mette del suo cartellino al Locarno, un club svizzero, per 8 milioni di dollari e pochi giorni dopo aver compiuto 19 anni, il 14 dicembre del 2006, passa a titolo definitivo al Real Madrid, su indicazione di Fabio Capello.

La storia si ripete: dopo il primo gol nel derby contro l’Atletico, il debutto in Champions League, la Liga conquistata, nel 2008 finisce ancora una volta lontano dai radar dell’allenatore: la concorrenza, nei Blancos, è tanta e l’argentino deve fare i conti con Raul e Ruud van Nistelrooj. Ma un altro cambio sulla panchina delle merengues riaccredita, si fa per dire, Higuain, complice anche l’infortunio dell’olandese. La stella è nata.

Con il Real Madrid, in sei anni e mezzo, gioca in tutto 264 partite, segna 121 reti e conquista sei trofei (nessuna Champions League). E lascia. Per approdare, il 27 luglio 2013, al Napoli per 37 milioni di euro più tre di bonus.

In Serie A è subito amore a prima vista. E lo è ancora di più con Maurizio Sarri, che arriva alla guida dei partenopei due anni dopo di lui. Se nelle due stagioni precedenti, l’argentino è stato il miglior realizzatore azzurro, con l’allenatore toscano diventa un’arma inarrestabile segnando 36 gol in un anno, record che ora condivide con Ciro Immobile.

Maurizio Sarri e Gonzalo Higuain – Nanopress.it

La tripletta contro il Frosinone nell’ultima giornata di campionato è l’ultimo ballo del Pipita con la squadra che fu anche di Diego Armando Maradona, perché a luglio, il 26, per 90 milioni passa alla Juventus – risultando anche l’acquisto più oneroso di un club di A. Un sacrilegio, quasi, per un napoletano che i suoi ex non gli perdoneranno mai.

Nel primo anno in bianconero, la squadra di Massimiliano Allegri raggiunge la finale di Champions League, persa a Cardiff contro i suoi compagni del Real Madrid. Non è la prima volta, però, che Higuain fallisce l’ultimo atto di una competizione. Perché lui c’è anche nella finale dei Mondiali del 2014 persa dalla sua Argentina contro la Germania, e c’è pure nelle due finali di Copa America del 2015 e 2016 perse sempre dall’Albiceleste sempre contro il Cile.

Con l’acquisto di Cristiano Ronaldo, non c’è più posto nella Juventus per l’ex Napoli, che viene girato in prestito con diritto di riscatto al Milan. L’esperienza in rossonero è fatta più di luci che di ombre e si conclude prima del previsto: nel mercato di gennaio, infatti, l’attaccante ritrova Sarri al Chelsea e riesce ad alzare al cielo anche l’Europa League.

Assieme all’attuale allenatore della Lazio, il primo luglio del 2019, torna in Italia, e a Torino. Ma siccome, ancora, i loro destini sono legati quasi da un doppio filo, vincono il campionato e rimangono senza un lavoro. Il toscano resta fermo un giro, mentre Higuain trova a casa all’Inter Miami, da cui a fine campionato si congederà, per sempre.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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