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HIV in Italia: impennata per sesso non protetto. E le prostitute chi le controlla?

[didascalia fornitore=”altro”]Foto di Africa Studio/Shutterstock.com[/didascalia]

La prostituzione è un problema dai risvolti legali, civili, morali e anche sanitari. I sindaci italiani cercano di contrastare il fenomeno in vari modi: installando telecamere, infliggendo multe salatissime ai clienti o recapitando agli stessi le contestazioni direttamente a casa così da esporli alle rappresaglie di mogli e figli. Ogni comune contrasta il fenomeno come può e come sa. Io ritengo che debba essere lo Stato, per urgenti motivi di salute pubblica, a scendere in campo per regolamentare il fenomeno.

Mentre i laureati all’università della vita e le mamme informate discettano di scie chimiche e vaccini, la LILA (Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS) fa nel suo ultimo rapporto una fotografia dirompente della realtà italiana: nel 2016 3.451 nuove diagnosi di infezione da HIV (il virus che causa l’AIDS), pari a 5,7 nuove infezioni ogni 100.000 residenti. E l’AIDS? I casi diagnosticati sono stati 778, ovvero 1,3 nuovi casi per 100.000 residenti. Attenzione: si tratta delle diagnosi accertate, quindi restano fuori tutti quelli che sono stati infettati e che ancora non lo sanno. La LILA non ci gira attorno: “Nel 2016, la maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV era attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituivano l’85,6% di tutte le segnalazioni”. E nel 2016 “le regioni con l’incidenza più alta sono state il Lazio, le Marche, la Toscana e la Lombardia”. Questo naturalmente non significa che nelle altre regioni la situazione sia rosea. Clicca qui per il report sull’AIDS di LILA. Ma a quanto pare i dati incoronano Milano capitale dell’HIV: in tempi recenti si è registrata un’impennata del 20% delle nuove infezioni e su 130mila sieropositivi in Italia 15mila risiedono fra Milano e provincia.

Questo solo per quanto riguarda HIV e AIDS, ma le malattie sessualmente trasmissibili sono moltissime.

Si tratta di numeri che fanno saltare sulla sedia. Dopo un quadro così allarmante mi aspetterei che le persone facessero particolare attenzione per evitare di pagare 5 minuti di piacere (sigaretta compresa, se mi taro sui miei standard) con 30 anni di dolore. La questione per me è particolarmente sensibile perché sono cresciuto in un tempo in cui le pubblicità progresso terrorizzavano noi ragazzini con i famosi spot con l’alone viola:

Solo a rivedere questa pubblicità mi tremano le vene nei polsi.

Considerata la situazione di Milano, sono andato a dare un’occhiata alla sezione locale di un sito di incontri a pagamento in cui gentili signore affittano le loro zone erogene a uomini interessati. Facciamo subito il punto: spogliamoci di morale e di ideologia e parliamo di reati. Ebbene, prostituirsi non è un reato così come non è un illecito pagare una prostituta. Sono illegali tutta una serie di attività collaterali come il favoreggiamento, l’induzione alla prostituzione, ridurre in schiavitù una donna a fini di prostituzione, consumare atti osceni in luogo pubblico, accettare soldi per prostituirsi senza pagare le tasse, eccetera…

Ho rilevato con sorpresa e paura che una delle attività più richieste dai clienti è il rapporto orale non protetto, che viene variamente definito “bbj” (andatevi a cercare cosa significa, qui non lo scrivo) oppure “cabrio” oppure ancora in altre fantasiose modalità. E molte prostitute accolgono di buon grado queste richieste spericolate.

A testimonianza inserisco uno screenshot realizzato come un collage.

Per realizzare lo screenshot ho spulciato le recensioni degli utenti. Sì, perché a quanto pare anche i puttanieri ormai lasciano recensioni come se fossero dei critici gastronomici.

Ho passato solo 5 minuti a spulciare quel sito (sigaretta compresa) ma ho trovato una grande quantità di gente che non tiene in alcuna considerazione la propria salute. E non voglio pensare che costoro possano essere fidanzati o sposati, spero che siano tutti single ma so che è una speranza puerile.

Quanti sono i clienti delle prostitute in Italia?

Stimare il numero dei clienti delle prostitute è impresa ardua. Anni fa venivano quantificati in 9 milioni, ma poi, forse per un improvviso calo del testosterone dovuto proprio alle scie chimiche, le stime sono crollate a 2,5 milioni. Ultimamente sono risalite a 3 milioni.

Prendiamo per buona questa stima: in Italia 3 milioni di uomini vanno con le prostitute, un ventesimo di tutta la popolazione italiana, un decimo di tutti gli uomini italiani. E la proporzione sale ancora se si considerano solo i maschi sessualmente attivi.

Trovo che la situazione sia serissima e di massima gravità: le vittime della prostituzione non sono solo le ragazze schiavizzate dai papponi, ma anche le ignare mogli e fidanzate che ogni notte si addormentano accanto ad un porco che magari è circondato da un alone viola e non lo sa.

Per fortuna esiste ancora qualcuno con un po’ di sale in zucca, come questa signorina che spiega come mai non ami mettere in atto certe pratiche:

La vita non è un gioco, né la propria né quella delle persone con cui la condividiamo. E il sesso non è una roulette russa.

Se fare informazione e sensibilizzazione non basta, si getti via la carota e si impugni il bastone: controlli sanitari obbligatori per prostitute e clienti. E qualora si accerti che una prostituta mette in atto pratiche potenzialmente pericolose per la salute pubblica (come offrire rapporti non protetti senza pretendere dai clienti certificati medici non più vecchi di 30 giorni), ebbene che venga subito denunciata.

maurodi

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