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Il bilancio della tragedia a Farindola può considerarsi definitivo. Tutti i corpi sono stati recuperati dai Vigili del fuoco dall’interno dell’hotel Rigopiano, travolto dalla valanga. Sale così a 29 il numero delle vittime, mentre non ci sono più dispersi. Le operazioni di soccorso sono state rese difficili dalle condizioni meteo e dall’allerta valanghe lanciata dalla Protezione Civile. Il procuratore aggiunto di Pescara Cristina Tedeschini, nel corso di una conferenza stampa, ha spiegato sono già state effettuate le prime autopsie, che verranno estese a tutte le vittime del Rigopiano. “Non abbiamo casi di morte esclusivamente per ipotermia”, ha sottolineato, “In alcuni casi sono morti immediate per schiacciamento. In altri casi le morti sono state meno immediate, con concorrenza di cause: schiacciamento, ipotermia e asfissia”.
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I primi salvataggi
Si è ridotto l’iniziale elenco delle persone disperse nella slavina che ha distrutto l’hotel Rigopiano di Farindola, vicino Penne, in provincia di Pescara, il 18 gennaio 2017, grazie al lavoro incessante dei soccorritori. Purtroppo le condizioni climatiche avverse con temperature al di sotto dei 5 gradi, la neve abbondantissima e le insistenti scosse di terremoto (che hanno pure sollecitato la caduta della slavina), hanno in qualche modo rallentato e ostacolato i soccorsi, che oltretutto, non sarebbero nemmeno partiti immediatamente, subito dopo il lancio dell’allerta e la richiesta di aiuto. Ad ogni modo, quando i soccorritori sono intervenuti, facendosi strada con enorme difficoltà, è apparsa loro chiarissima l’entità della tragedia. Ma nonostante le avversità, dopo oltre 40 ore dal disastro sono state salvate delle vite.
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Con l’ausilio di un elicottero alzatosi in cielo di prima mattina, sono riprese anche il 20 gennaio a pieno regime le ricerche dei dispersi dell’hotel Rigopiano. Per tutta la giornata si sono susseguite concitatamente le info dal posto, sono state individuate otto persone vive dai militari del soccorso alpino della guardia di finanza e dai vigili del fuoco, che hanno dapprima preso contatti con loro per poi estrarli sani e salvi, grazie al fatto che si erano rifugiati sotto un solaio. Protezione civile e 118 di Pescara hanno confermato l’attivazione dell’elisoccorso per trasportare tutti in ospedale, dato che – come immaginabile – erano in ipotermia.
Le persone ritrovate fin dalla tarda mattinata del 20 gennaio, nel vano cucina dell’albergo stravolto dalla slavina di mercoledì scorso: “stanno bene, erano in buone condizioni – racconta Marco Bini, vice brigadiere del Soccorso alpino della Guardia di finanza – non credevano ai loro occhi, ed è stato bellissimo: più che le parole, ha contato la gioia dei loro volti”. Per trovarli, i soccorritori hanno percorso la valanga centimetro per centimetro. Hanno sguinzagliato i cani. Alla fine sono riusciti a individuarne un gruppo. Purtroppo però, Bini ha pure raffreddato l’entusiasmo per il ritrovamento di altri sopravvissuti.
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Chi sono i superstiti estratti vivi
Domenico Di Michelangelo (41 anni), sua moglie Marina Serraiocco (37 anni), e il loro bambino Samuel di 6 anni erano saliti a Farindola per fare un regalo al figlio, che compiva gli anni e che amava la neve. I due (lui poliziotto alle Volanti del Commissariato di Osimo, lei titolare del negozio La bomboniera di Marina), di origine teatina, erano sposati dal 2008. La donna, il 17 gennaio, aveva pubblicato sul suo profilo Facebook una foto dell’hotel imbiancato da una spessa coltre di neve: “Ci rigeneriamo e torniamo, per lo meno speriamo visto la quantità di neve che abbiamo…”, scriveva nell’ultimo post pubblicato il giorno prima della tragedia, alle 20:45. Il sindaco di Osimo, Simone Pugnaloni, ha scritto su Facebook: “Sono salvi. Fonti autorevoli mi comunicano che sono vivi. Vi aspettiamo ad Osimo a braccia aperte”.
Altre persone estratte sono Adriana Vranceanu, moglie di Giampiero Parete (l’uomo scampato alla slavina che aveva dato l’allarme per primo) e suo figlio Gianfilippo di 8 anni. ”Andate da mia figlia – Ludovica di 6 anni – è nella stanza accanto”, ha detto Adriana ai soccorritori che erano ancora al lavoro. Anche la bimba è stata poi recuperata: “La bambina ci ha abbracciato, non capiva dove si trovava, era molto stravolta e si è aggrappata a noi”, ha raccontato Marco Bini, il soccorritore che l’ha estratta viva. Di ”miracolo” parla Simona Di Carlo, consigliere comunale a Pescara e zia di un altro bambino estratto dalle macerie, che era nell’hotel insieme ai genitori, Sebastiano Di Carlo e Nadia Acconciamessa (di Loreto Aprutino): “È una situazione stupenda e indescrivibile: hanno trovato mio nipote Edoardo – ha esclamato – Fatemi arrivare da lui”. E’ stato portato all’ospedale di Pescara, mentre purtroppo per la mamma e il papà non c’è stato niente da fare.
In tutto sono nove le persone poi ricoverate all’ospedale di Pescara, provenienti dall’hotel Rigopiano. Quattro i bambini: Gianfilippo e Ludovica Parete, Edoardo Di Carlo, Samuel Di Michelangelo. Cinque gli adulti: Adriana Vranceanu, Francesca Bronzi (fidanzata di Stefano Feniello, che invece non ce l’ha fatta), Vincenzo Forti con la compagna Giorgia Galassi e Giampaolo Matrone. Quest’ultimo ha subìto un intervento chirurgico al braccio destro, dovuto “ad una compressione ricevuta”: le sue condizioni sono “discrete”, hanno fatto sapere i sanitari, e non è in pericolo di vita. Anche per gli altri si parla di buone condizioni generali. Gli altri due superstiti iniziali sono Giampiero Parete e Fabio Salzetta.
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Le vittime accertate
Gabriele D’Angelo, cameriere dell’hotel Rigopiano, e Alessandro Giancaterino, capo dei camerieri e del bar dell’albergo, sono le due vittime identificate inizialmente dai soccorritori. La morte di Gabriele D’Angelo, volontario della locale Croce rossa, ha sconvolto diversi soccorritori presenti nel centro di coordinamento allestito al Palazzetto dello Sport di Penne. La terza vittima identificata è Nadia Acconciamessa, 47 anni, mamma del piccolo Edoardo Di Carlo. Altre due salme sono di Sebastiano Di Carlo, papà del piccolo Edoardo, e Stefano Feniello. Identificati anche Rosa Barbara Nobilio e suo marito Piero Di Pietro, originari di Loreto Aprutino. Tra le salme recuperate è stata identificata anche quella di Linda Salzetta, sorella del manutentore scampato alla slavina, del dipendente della struttura Alessandro Riccetti, e dei fidanzati Marco Vagnarelli e Paola Tomassini. Tra le vittime c’è anche Faye Dame, 22 anni, originario del Senegal, che lavorava come lavapiatti nella struttura.
Tra le vittime anche il proprietario e gestore dell’albergo, Roberto Del Rosso.
Bruno di Tommaso, direttore dell’Hotel Rigopiano e nipote di Roberto Del Rosso, aveva raccontato di averlo sentito intorno alle 16 del 18 gennaio, qualche ora prima che la valanga venisse giù. Si erano contattati tramite messaggini: “Stavo aggiornando i ragazzi sulla situazione. Roberto era preoccupato per la tanta neve. Io ero sceso per coordinare da Pescara le operazioni di soccorso per lo sgombero neve, poi la situazione alle 17 è precipitata. All’interno c’erano 11 dipendenti dell’albergo e 24 ospiti. “Tutto lo staff era radunato al bar, mentre gli ospiti si trovavano nella hall perché stavano per andare via”, ha ricordato ancora il direttore dell’albergo.
Gli ultimi corpi ad essere estratti sono stati quelli di Marco Tanda (25 anni) e la fidanzata Jessica Tinari; Luciano Caporale (54 anni) e sua moglie Silvana Angelucci (46 anni); i dipendenti Emanuele Bonifazi (31 anni) e Ilaria Di Biase (22). Recuperata senza vita anche Valentina Cicioni (32 anni) moglie di Gianpaolo Matrone che è stato salvato. Si tratta del pasticciere di Mentana e di sua moglie che, si legge nel suo profilo Facebook, faceva l’infermiera al Gemelli. L’ultima foto postata da Valentina sul social network è geolocalizzata presso ‘Gran Sasso Spa & Beauty Hotel Rigopiano’, ed è delle 22.21 del 17 gennaio. “Nevica poco”, scrive Valentina a commento di una foto che mostra un cumulo di neve fuori la finestra. Sotto un’altra foto dell’ingresso colmo di neve delle 19.31 si legge: “Relax”. Ora, sotto le immagini, decine i messaggi di solidarietà, cordoglio e dolore di amici, parenti e conoscenti.
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