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Neill Blomkamp, già regista di District 9 ed Elysium, presenta Humandroid, un thriller fantascientifico in arrivo nelle nostre sale da giovedì 9 aprile 2015. Nel cast del film, tratto dal cortometraggio Tetra Vaal (2004) scritto e diretto dallo stesso Blomkamp, ci sono due grandi star del genere fantasy: Hugh Jackman, il celeberrimo Wolverine dell’omonima saga, e Sigourney Weaver, protagonista di pellicole epiche come Alien e Ghostbusters. Girato prevalentemente a Johannesburg, in Sudafrica, Humandroid è già uscito nei cinema americani ottenendo buoni riscontri al box office.
In un prossimo futuro, a sorvegliare su una Johannesburg assediata da spietate bande criminali c’è un’oppressiva forza di polizia meccanizzata, formata da robot umanoidi costruiti dalla società Tetravaal e ideati da Deon Wilson (Dev Patel), un giovane ingegnere che da tempo lavora sull’intelligenza artificiale. Deon ha un sogno nel cassetto, che è quello di dotare le sue creature di una coscienza, ma il suo progetto è osteggiato dalla cinica Michelle Bradley (Sigourney Weaver), presidente della Tetravaal, e da Vincent Moore (Hugh Jackman), un esaltato ex militare che vorrebbe boicottare i robot a favore di strumenti di guerra manovrabili dall’uomo. Ma quando un poliziotto droide rubato e riprogrammato da un gruppo di bizzarri gangster, Chappie (voce originale e movimenti di Sharlto Copley), si trasforma davvero nel primo robot con la capacità di pensare autonomamente, forze potenti e distruttive cominciano a vederlo come un pericolo per l’umanità e l’ordine e non si fermeranno davanti a nulla pur di distruggerlo.
Un po’ Robocop e un po’ Corto Circuito, il film Humandroid è in realtà simile a tante altre produzioni cinematografiche che vertono sull’umanizzazione di colui che originariamente doveva essere soltanto un ammasso di ferraglia programmato da un computer, ma che pia piano si trasforma in un essere pensante, molto spesso con idee decisamente più argute e sensate degli stessi umani.
Questo però non vuol dire che Humandroid manchi di una certa originalità, del resto già con l’ottimo District 9 il regista Neill Blomkamp aveva saputo trovare un suo personalissimo percorso sulle iper battute strade della science-fiction. E ci riesce anche stavolta, nonostante una lieve inclinazione verso le esigenze favolistiche di Hollywood che rende un po’ meno credibile la storia rispetto al precedente film. Peccato solo per l’accantonamento in un ruolo non particolarmente significativo della grande Sigourney Weaver. Un’attrice di tale carisma poteva e doveva essere sfruttata meglio.
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